IL TEMPO (P. DANI) - Entra Dybala e accende la Roma. Nella notte dell’omaggio di Bruno Conti e capitan Pellegrini per il titolo mondiale, la Joya illumina ancora una volta l’Olimpico.
Contro il Genoa le scelte iniziali di Mourinho, comprensibili visti gli impegni ravvicinati d’inizio anno, non prevedevano l’impiego dell’argentino. Il tecnico portoghese si è affidato al ritrovato Abraham e alla speranza di uno Zaniolo diverso da quello visto sin qui. La squadra gira bene, tiene il controllo della partita ma chiude il primo tempo senza riuscire a sbloccare il punteggio. Nel frattempo, in quella che nella testa di Mou era una staffetta programmata, Pellegrini sente fastidio alla coscia, e all’intervallo in campo rientra proprio il numero 21 al suo posto. Si respira subito quel «profumo» (Special One docet) diverso, emanato dal talento sopra la media dell’attaccante giallorosso.
Dopo pochi minuti impegna Martinez con una conclusione dal limite dopo una splendida serpentina, e, a metà ripresa, decide partita e qualificazione con un gol dei suoi. Che la Roma sia dipendente da Dybala è un fatto assodato e, se vogliamo, inevitabile. I grandi campioni hanno il DNA da trascinatori, sono decisivi per natura, e affidarsi a loro, più che una colpa, è un obbligo. Probabilmente da troppo tempo a Roma non si ammiravano gesti simili, in una disabitudine cronica che ora crea stupore e meraviglia negli occhi dei tifosi. Un contributo, quello dell’argentino, del quale la Roma di questa stagione non può assolutamente fare a meno, in termini di numeri e di leadership tecnica. Il primo gol su azione del 2023 giallorosso porta proprio la firma di Paulo Dybala, così come l’ultimo, risalente alla gara prima della sosta invernale, seppur non realizzato da lui, ma da Matic dopo una traversa clamorosa colpita proprio dalla Joya.
Nelle prime due uscite dell’anno, infatti, la Roma ha saputo trovare la via del gol soltanto da calcio piazzato: il rigore di Pellegrini contro il Bologna e i due gol di San Siro da corner e da calcio di punizione. Ma c’è di più. Nonostante le nove gare saltate (tra campionato ed Europa League), Dybala guida per distacco la classifica dei marcatori giallorossi con 8 gol in 15 partite, seguono Abraham e Pellegrini a quota 5.
Altro aspetto determinante è rappresentato dalla media punti in campionato degli uomini di Mourinho: che dai 2,3 punti con l’argentino in campo da titolare è scesa a 1,1 nelle restanti uscite. Insomma, da un cammino al ritmo della Champions a un ruolino di marcia da lotta salvezza. Mourinho si gode il suo campione del mondo, consapevole dell’importanza cruciale che riveste nella rosa della sua Roma, da abbinare, però, ad una fragilità che suggerisce cautela e prevenzione, soprattutto quando il calendario è intasato.
In attesa di Solbakken, che a causa del risultato in bilico ha dovuto rimandare l’esordio in giallorosso, e, chissà, magari anche del giovanissimo Majchrzak, a cambiare le marce dell’attacco romanista deve pensarci Paulo. L’unico vero «fab» dei four, al momento.