Chissà cosa avrà pensato, da casa, Nicolò Zaniolo, nel vedere una Roma indomita non mollare mai a Napoli, e uscire sconfitta per un nonnulla. Ma il suo curioso destino, sul quale lui stesso per primo dovrebbe riflettere, è quello di essere unanimemente considerato un grande talento, che però finora è stato sempre scaricato da tutti. In principio fu mollato, pare proprio senza rimpianti, dall'Inter [...]; poi l'anno dopo dalla nazionale under 21 di Di Biagio [...]; di fatto, anche il ct Mancini ha smesso di convocarlo, non considerandolo all'altezza del gruppo; adesso anche la Roma, il suo allenatore, i tifosi con battutacce e striscioni, si dice anche qualche compagno di squadra, lo buttano a mare.
Quanti errori, povero Nicolò, e quanti consigli sbagliati, si vede, per finire sempre allo stesso modo, cioè male, insalutato ospite. [...] È stato tutto insensato nella vicenda Zaniolo, i suoi comportamenti e anche, a questo punto, la scelta della Roma di non cederlo la scorsa estate [...]. Era stato facile profeta José Mourinho, quando fin dai suoi primi giorni a Roma aveva ravvisato sinistre similitudini tra Zaniolo e Mario Balotelli, che lui aveva dolorosamente conosciuto, consigliando all'Interno di liberarsene. Quello che alla fine è successo con Nicolò, l'incorreggibile.
All'epoca, anno di grazia 2010, Mourinho lasciò l'Inter e pochi mesi dopo fu imitato da Balotelli. Potrebbe accadere anche quest'anno a Roma, tanto ormai è un segreto di Pulcinella che, stando così le cose, col club che non può rilanciare sul mercato, Mourinho se ne andrà. [...] E non se ne andrà certo per il dualismo con Pinto, che è un falso dualismo: il gm giallorosso, a livello di progetti e futuro, non muove foglia che Friedkin non voglia, parlare di lui è come guardare il dito che indica la luna. Americana. E molto concentrata su Pietralata. Adesso.
(Andrea Sorrentino - Il Messaggero)