Il Napoli chiude il mese aumentando il suo vantaggio in classifica da 8 a 13 punti. L'ultimo ostacolo del tour de force era la Roma e si è rivelato il più alto, ma non abbastanza da frenare la travolgente scalata verso lo scudetto della capolista. Spalletti ha vinto (2-1) la sfida a scacchi con Mourinho: prima con l'artiglieria pesante di Osimhen e poi con la cavalleria leggera guidata da Simeone. Ai giallorossi - traditi da Dybala e Abraham - non è bastato il momentaneo pari alla mezzora della ripresa di El Shaarawy.
È bastato leggere le formazioni per intuire il canovaccio della sfida: combattuta fin dalle prime battute e impostata in maniera coraggiosa da entrambi gli allenatori, che hanno aperto le ostilità sotto gli occhi dei 50 mila del Maradona scambiandosi una stretta di mano molto cordiale. Ma, svaniti i convenevoli, le intenzioni bellicose di Spalletti e Mourinho sono state subito smascherate dal duello a tutta fascia tra Lozano e Spinazzola. La Roma ha avuto il coraggio di alzare il pressing e per un quarto d'ora ha rubato l'idea al Napoli, apparso più di una volta in insolita difficoltà nella costruzione dal basso con i suoi difensori e Anguissa. Solo Kvaratskhelia ha trovato il modo di testare i riflessi di Rui Patricio: dribbling e tiro dalla distanza. Il pericolo maggiore lo ha corso però dall'altra parte Meret su un retropassaggio di testa di Kim che non si era accorto dell'uscita del suo portiere sfiorando l'autogol.
Kvaratskhelia (17') si è fatto trovare pronto su un filtrante di Mario Rui e ha pennellato da sinistra un cross per Osimhen, che ha prima stoppato il pallone di petto tra un nugolo di rivali e poi l'ha spedito sotto la traversa. A Spinazzola non è bastato impegnare Meret per evitare la sostituzione all'intervallo, quando Mourinho s'è giocato tutto con El Shaarawy: mossa che alla distanza è stata azzeccata.
Meret e Rui Patricio hanno disinnescato Cristante e Lozano. Kvara ha fallito il bis e si è spento, nella serata in cui Abraham e Dybala erano già appassiti. La lama di El Shaarawy è stata invece più affilata nell'azione del pari. Ma Spalletti aveva in panchina la cavalleria leggera e l'ha gettata nella mischia per l'ultimo assalto, trovando in una notte da guerrieri il colpo da tre punti con Cholito Simeone.
(La Repubblica)