Delirio a Buenos Aires per l’Argentina

21/12/2022 alle 07:44.
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IL TEMPO (S. PIERETTI) - Il cielo sopra Buenos Aires è albiceleste, e quando il sole si fa largo diventa la bandiera nazionale estesa all’infinito. L’Argentina celebra i propri eroi e festeggia la vittoria del terzo titolomondiale. La squadra è arrivata nella capitale nel cuore della notte, ma il Paese è ben sveglio: quando - alle 2.30 - apre il portellone dell’aereo che ha riportato i campioni del mondo a casa, trova un tappeto di persone illuminate dalle fiaccole, accese per officiale una funzione laica. E poi la festa, quella andata in scena ieri pomeriggio; la squadra attraversa la città su un pullman scoperto, ma è un viaggio nel tempo che va avanti al rallentatore; gli agenti di Polizia circondano il torpedone dovei giocatori cantano, ballano e bevono. No, non è solo un gioco, è molto di più; quel pallone calciato in rete da Montiel ha restituito speranza e dignità a un Paese devastato dalla crisi economica. I ragazzi di Scaloni hanno illuminato gli occhi degli argentini, hanno riportato allegria, orgoglio, senso di appartenenza; dal barrio agli eleganti palazzi di Baires, l’ebrezza emotiva avvolge ogni luogo, ogni classe sociale, ogni argentino. - dopo aver preso per mano la Selecìon - parla con il cuore, ricorda i suoi primi passi, rivendica quell’orgoglio che in campo ha fatto la differenza nella finalissima contro una nazionale multietnica. «Dal barrio di Grandoli ai Mondiali in Qatar sono passati quasi 30 anni - scrive il capitano sul proprio profilo - erano passati circa tre decenni in cui il pallone mi ha dato molte gioie e anche un po' di tristezza. Ho sempre avuto il sogno di essere campione del mondo e non volevo smettere di provare, pur sapendo che sarebbe potuto non accadere mai. Questa Coppa che abbiamo vinto è per tutti quelli che non l'hanno raggiunta nei precedenti Mondiali e che l’avrebbero meritata per il modo in cui si erano battuti fino alla fine». È un’ode agli ex compagni, a quelli che non ce l’hanno fatta, frenati a un passo dal traguardo; vincitori e sconfitti, i primi e gli ultimi uniti in un unico abbraccio: il cuore dell’Argentina batte forte, la felicità è fatta di piccole cose.