Mourinho contro Pinto. Un club, due anime e i soldi (che mancano)

29/11/2022 alle 07:24.
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Mourinho provoca e spera. Pinto incassa e puntualizza. I Friedkin tacciono e pagano come, del resto, stanno facendo da quando sono sbarcati da queste parti. [...]

Non ci vuole una fantasia esagerata per capire come l’intera (o quasi) tifoseria, sia dalla parte del guru portoghese seduto in panchina. Ovvero a gennaio Ndicka come difensore centrale, Odriozola sulla corsia destra a tappare il buco aperto dal ribelle Karsdorp [...], il figliol prodigo Frattesi in mezzo al campo [...].

Fanno oltre trenta milioni. [...] Bene, anzi male, perché la Roma non ce li ha. E pure se li avesse, non potrebbe spenderli. Perché la sentenza dell’Uefa al club giallorosso ha imposto rigidi paletti: concludere il mercato in attivo, vietato aumentare il monte ingaggi e il peso economico degli ammortamenti a bilancio dei cartellini. [...]

Mourinho tutto questo lo sa. [...] E allora come fare per accontentarlo? Con quello che gli economisti definiscono rischio d’azienda. Sapendo che si potrebbe trasformare in un successo. Perché centrando gli acquisti giusti e recuperando alcuni giocatori fin qui molto al di sotto delle loro qualità (Belotti, Abraham, Spinazzola, Zaniolo, Zalewski, in parte Pellegrini), quel quarto posto che vuole dire diventerebbe più possibile. E quel quarto posto vorrebbe dire 50-60 milioni in più di fatturato. Non vogliamo fare i conti in tasca a nessuno, i soldi non sono nostri, ma perché non provarci? Come garanzia si può firmare Mourinho. O no?

(La Repubblica - Piero Torri)