IL TEMPO (M. JURIC) - Eroici. Probabilmente non c'è un termine più appropriato per chi ieri è riuscito a portare a conclusione la gara di EuroJapan Cup tra Roma e Nagoya Grampus terminata 0-0. E non ci riferiamo agli annoiati e assonnati interpreti in campo, ma a tutti i tifosi della Roma collegati davanti alla tv in una mattina feriale, tra una partita del Mondiale e, magari, un lavoro da svolgere. Novantacinque minuti calcisticamente poveri e senza emozioni, che solo l'amore per la propria squadra potevano riempire.
Una partita senza Zaniolo, Mancini e Pellegrini - tenuti a riposo a scopo precauzionale - che non ha offerto spunti tecnici rilevanti, se non l'endemico problema del gol e una mancanza di brillantezza fin troppo evidente. Una realtà vera quanto il suo contrario vista la pochezza tecnica dell'avversario. Difficilmente si sarebbe potuto parlare di un Abraham ritrovato con un gol sul tabellino o di una Roma frizzante se fosse stata goleada. Se e ma che lasciano il tempo che trovano, un po' come la domanda sull'utilità tecnica di questa tournée, tra giocatori che non dormono, come ammesso da Tahirovic, e un Mourinho visibilmente stralunato ad ogni inquadratura.
Serviva andare in Giappone? Alla Roma in pochi rispondono, ma si dà il caco che siano le persone più importanti. Per la proprietà era di fondamentale importanza, in un'ottica commerciale che ha portato tra gli altri l'accordo di partnership strategica con il Nagoya Grampus. Così importante da far parlare il presidente Dan Friedkin e portare il figlio Ryan direttamente in Giappone per la photo opportunity con le due dirigenze tra cui Koki Konishi, presidente del club e alto dirigente Toyota. Per le questioni di campo l'appuntamento è meglio darselo in Portogallo nonostante l'amichevole di lunedì prossimo contro gli Yokohama Marinos.
Portogallo a cui punta Solbakken, che ha parlato ai media norvegesi: «La Roma mi ha voluto tanto e sinceramente sono impaziente di iniziare questa nuova avventura. Sono sicuro che sarà un viaggio molto emozionante». Che per l'attaccante inizierà ufficialmente il 4 gennaio contro il Bologna all'Olimpico, uno stadio che ha già conquistato il suo cuore: «Quando sono venuto a giocarci con il Bodo l'atmosfera era pazzesca, Non mi sono mai sentito così piccolo su un campo da calcio, avevo i brividi».
Gli stessi che avrà provato Niccolò Pisilli, centrocampista classe 2004 perno inamovibile della Primavera e prossimo talentino in rampa di lancio, che ha appena rinnovato il suo contratto con la Roma fino al 2026. Per un romano e romanista che prolunga ce n'è un altro che vuole partire per giocare di più.
Bove a gennaio andrà a giocare, su di lui Lecce, Salernitana e Spezia.