Arrivato in Italia nel 2008, Mourinho ha conquistato i tifosi dell’Inter con lo storico “Triplete”, ma non è mai stato indifferente agli altri, agli avversari affascinati dalla sua personalità. La stagione scorsa è tornato in Italia e non ha smentito la sua fama, sollevando la prima coppa della storia della Roma. Su di lui sono state scritte decine di biografie,maquesto libro lo racconta da un punto di vista particolare: è un viaggio alla scoperta dell’allenatore, e sopratutto dell’uomo, attraverso il rapporto con i più importanti colleghi. (...) Van Gaal gli insegna a difendersi: non dalla vita, l’allievo non ne ha bisogno, ma in campo. Schemi difensivi, situazioni tattiche, movimenti, accorgimenti: tutto con metodo scientifico e formule quasi matematiche. (...)
«Ci sono stati momenti indimenticabili quando Mou e Guardiola erano assieme al Barcellona, nella seconda metà degli anni 90... Alcune foto che li ritraggono in allenamenti recuperano sensazioni di spensieratezza, amicizia, empatia. Pep ha venticinque anni, José trentatré. Uguali e opposti, si attraggono e respingono al tempo stesso. Si annusano, si stimano, forse si temono anche. Pep capisce che Mou è già un tecnico e deve soltanto attendere il giorno in cui sarà libero da qualsiasi vincolo e gestirà finalmente la “sua” squadra. E Mou è sicuro che un giorno quel giovane sarà un avversario irriducibile nella sua scalata verso la gloria (...)
Il duello con Rafa Benitez comincia nel 2004 in Premier. È l’anno in cui José si lascia sedurre dai milioni di Roman Abramovich, dal fascino dellaPremier, e s’insedia al Chelsea. (...)
«Il 26 ottobre 2008, all’inizio della sua avventura interista, viene fermato (0-0) proprio dal Genoa di Gasperini. È arrabbiato con i suoi giocatori, ma entusiasta del collega. “Appena finita la partita sono andatoda Gasperini per fargli i complimenti: il suo Genoa aveva davvero giocato una grande partita. Di fronte avevo un allenatore che sa leggere la partita e ha gli occhi aperti. Così, appena io cambiavo, lui immediatamente adattava la sua squadraallamiamossa.Indifesa erano partiti a quattro, ma, quando io dopo un quarto d’ora ho cambiato, loro sono passati a tre”. Un endorsement potentissimo, come dire: io e Gasp siamo della stessa categoria... “ (...)
(gasport)