IL TEMPO (E. ZOTTI) - Forse serviva la gara di Milano per far capire davvero a tutti il peso di Paulo Dybala nella Roma di José Mourinho. Perché mai come a San Siro l'evidenza è saltata agli occhi: con la Joya in campo la Roma fatica meno a trovare la porta. Merito del fuoriclasse argentino, che nelle prime nove gare ufficiali della sua avventura nella Capitale ha messo a segno cinque gol e confezionato due assist.
Tradotto: Dybala ha contribuito attivamente a sette delle quattordici reti giallorosse realizzate da inizio stagione. Un dato che assume un peso ancor più rilevante se si considera che l'ex juventino ha saltato per un problema al flessore il match perso con l'Atalanta, quando i giallorossi - anche per sfortuna - non sono riusciti a trovare la via del gol. Ecco perché non si può assolutamente sbagliare nella gestione fisica del numero 21, che al Meazza è rimasto in campo per quasi un'ora prima di arrendersi ai crampi ed assistere dalla panchina alla prima vittoria romanista contro l'Inter dopo quasi sei anni. Le condizioni dell'argentino non destano particolare preoccupazioni ma, per non correre rischi, è possibile che tra Betis e Lecce le sue forze vengano dosate.
Sabato scorso a prendere il posto di Dybala era stato Abraham, che per la prima volta dall'inizio del campionato ha cominciato una gara dalla panchina. Il centravanti era tornato dal ritiro dell'Inghilterra senza aver giocato neanche un minuto, ma il suo approccio durante la sfida con l'Inter è stato positivo: il numero 9 ha aiutato la squadra a tenere palla durante il forcing finale, tornando spesso a dare una mano in difesa (vedi l'entrata su Camara per fermare Lautaro). Quello che quest'anno non sembra essere ancora sbocciato del tutto però è il feeling con il gol: sono due le realizzazioni in nove match disputati, entrambe arrivate in Serie A contro Juventus ed Empoli. Prima di raggiungere la sua Nazionale l'inglese si era scusato su Instagram per l'occasione fallita contro l'Atalanta, sabato invece ha non ha sfruttato un'ottima chance davanti ad Handanovic. Un momento non brillante che Abraham è determinato a superare con il lavoro quotidiano. Il Mondiale infatti si avvicina e l'inglese ha tutta l'intenzione di arrivare in Qatar con l'artiglieria carica.
Per questo nel prossimo mese e mezzo l'obiettivo del neo venticinquenne - fresco di festeggiamenti con la squadra - è quello di tornare a segnare con continuità. Chi non sembra avere dubbi sulle sue potenzialità è Mourinho che, soltanto poche settimane fa - dopo la vittoria con il Monza - aveva speso parole importanti per motivare l'ex Chelsea: «Ha giocato come voglio io, ho visto il mio Tammy. Ha vinto tutti i duelli, difendendo palla e dando profondità alla squadra. È stato fantastico».