IL TEMPO (F. SCHITO) - Contro l'Inter per lui non sarà mai una partita normale. Josè Mourinho si presenterà sabato prossimo a San Siro con il cuore diviso, se non a metà, almeno in parte. Passato e presente che si affrontano, due delle squadre che ha scelto di tatuare sulla pelle. Il tecnico portoghese non sarà però seduto sulla panchina dei giallorossi ma dovrà seguire il match dalle tribune, alla luce della giornata di squalifica da scontare dopo l'espulsione arrivata nell'ultima gara dell'Olimpico contro l'Atalanta. E quello del Meazza, per la formazione giallorossa, sarà anche un esame di maturità: lo scorso anno gli incroci con l’Inter furono a dir poco negativi, con due sconfitte senza appello in campionato e il ko in Coppa Italia. Stavolta, però, le premesse sono diverse, e non solo perché la Roma arriva a San Siro avanti di una lunghezza. La vittoria in Conference League dello scorso anno ha dato una consapevolezza diversa a questo gruppo, merito indubbio del lavoro svolto a livello psicologico da Mourinho. E contro l’Atalanta, nonostante la sconfitta, si è vista la migliore Roma della stagione. Quel che non si può dire dei rivali: l’Inter si è sbriciolata a Udine e il clima in casa nerazzurra non è dei migliori. Mourinho vuole tornare in quello che fu il suo stadio per dettare legge sul campo. Sarà accolto dagli applausi e dai cori dei suoi ex tifosi, che in questo momento, probabilmente, firmerebbero per riaverlo in panchina. Nei giorni scorsi, il tecnico portoghese, intervistato da Esquire, è tornato anche sull’addio all’Inter: «Quando abbiamo vinto la Champions non sono tornato a Milano perché volevo il Real Madrid, ma avevo la sensazione che se fossi tornato non sarei più partito», ha ammesso, riconoscendo il rapporto con il tifo interista. Ma ora Mourinho sta bene a Roma, ha saputo creare un legame fortissimo con una piazza che vive di impulsi e passioni, seguendo il suo stesso battito cardiaco. Quello che gli è costato un turno di squalifica, in una partita che non gli è proprio andata giù. Chiederà il massimo ai suoi ragazzi in una gara che, se vinta, rappresenterebbe una dichiarazione di guerra al campionato. E chissà cosa dirà a Paulo Dybala, che nel corso dell’estate è stato a un passo dall’Inter e vorrà dimostrare ai dirigenti nerazzurri di aver commesso un clamoroso errore nel lasciarlo andare. Lo ha già fatto contro la Juventus, confezionando l'assist per il pareggio di Abraham. Mourinho punterà sulla sua voglia di riscatto anche a San Siro, in quella casa che conosce così bene e che stavolta dovrà limitarsi a osservare dall'alto. Tifando Roma, ma senza rinnegare il passato.