«Abbiamo rispetto per il Ludogorets, ma vogliamo vincere perché sappiamo quanto sia importante cominciare bene il girone. Non siamo in gita». Queste le parole di Mourinho alla vigilia dell'importante sfida contro il Ludogorets, valida per la prima giornata della fase a gironi dell'Europa League.
Il tecnico si è poi soffermato sull'avversario: «È difficile prevedere che tipo di partita sarà, dobbiamo essere pronti a tutto ma parliamo di una squadra esperta, con tanti stranieri e un buon gruppo, equilibrato: ci aspettiamo delle difficoltà. Non siamo qui in gita, non vogliamo risparmiare nessuno. È la fase a gironi e c’è spazio per errori, ma so per certo che la prima partita è importante per indirizzare il girone: vogliamo rimanere in Europa League e quindi arrivare nei primi due posti, non vogliamo retrocedere in Conference, per questo vogliamo fare il massimo».
L'obiettivo è ripartire dopo il pesante ko subito contro l'Udinese: «Intanto spero che la partita inizi sullo 0-0 perché a Udine eravamo già sotto di un gol dopo pochi minuti. In generale siamo una squadra che difende molto bene, quindi considero la sconfitta un’eccezione. Ecco perché la mia reazione con i ragazzi non è stata così eccessiva: il risultato è stato troppo ampio per ciò che abbiamo creato. Il Ludogorets vedrà quanto siamo arrabbiati e delusi».
L'allenatore portoghese ha ricordato ai microfoni della UEFA la vittoria della Conference League: «Sono l’unico che ha vinto le tre coppe organizzate dalla Uefa, nessun altro giocatore o allenatore ci è riuscito: è qualcosa di cui essere orgogliosi. Tuttavia, di strada da fare ce n’è ancora tanta e proverò a ottenere qualcosa in più». Successivamente si è soffermato sulla mentalità creata nella passata stagione: «La cosa fondamentale era costruire una mentalità che alla Roma non era presente da tanti anni. È stata costruita parallelamente a un altro elemento per me cruciale: l’empatia. L’empatia per me va oltre il gruppo, si estende anche a come è percepito il club dal resto della società, questo club vale molto più della squadra, ha un peso enorme, subisce pressione dalla comunità e dai tifosi. Era una stagione importante, non solo per la squadra, ma anche per il club e onestamente anche per me».
(corsera)