Quando, a 18 anni, fermi Cristiano Ronaldo e un allenatore come José Mourinho ti paragona a Facchetti e Maldini, il futuro può essere, davvero, il migliore dei mondi possibili. O può diventare anche il tuo incubo, capace di stritolarti se poi i risultati non sono all’altezza delle aspettative. Chissà se ora, che ha annunciato il suo addio al calcio a soli 31 anni,Davide Santon si senta davvero in pace. Quello che ha ufficializzato ieri lo aveva confidato agli amici settimane fa, raccontando il suo calvario: consulenze, incontri, esami,tutti con lo stesso esito. Le ginocchia a pezzi, appena aumentano i carichi i muscoli cedono. Per questo non ha passato le visite mediche in quei club, italiani e stranieri, che lo hanno contattato. Chiude dopo un anno da fuori rosa nella Roma, guidata da quel Mourinho che gli aveva pronosticato una grande carriera. All’Inter hanno vinto insieme il Triplete: Santon quell’anno gioca, perché il corpo ha già iniziato a fare i capricci, ma con 15 presenze in tutte le competizioni, la sua firma nella storia c’è. E la firma c’è anche negli anni inglesi, a Newcastle (94 partite): trova l’amore, ma trova soprattutto una continuità fisica poi solo sfiorata negli anni successivi. Nel 2014 torna all’Inter, le cose non vanno bene e nel 2018 arriva alla Roma (per 9.5 milioni) nell’affare Nainggolan. Prova a rilanciarsi, il primo anno sembra quasi riuscirci con 21 partite, poi inizia il buio. Trova una città che lo abbraccia,tanti amici (su tutti: DeRossi e Florenzi)ma ilpallone diventa una chimera. Dicerto, ai nipoti racconterà di aver fermato uno dei più grandi della storia del calcio in Champions League: non tutti ci sono riusciti.
(gasport)