Soltanto in partita la razionalità può arrendersi all’istinto, a una passione totalizzante, e allora – sì – ritroviamo il Mourinho delle manette e delle battute perfide destinate a arbitri (tanti), giornalisti (un’infinità) e colleghi suoi (anche). L’esplosione di rabbia di domenica scorsa durante Roma-Atalanta e quel “filho da puta” ripetuto più volte a favore di telecamera hanno riacceso la discussione sui suoi atteggiamenti. Nel mondo arbitrale, che evidentemente non ha gradito, molti sono ancora convinti che il bersaglio fosse Chiffi .Mou ha però chiarito che ce l’aveva con Hateboer. Il giudice sportivo ha creduto a Mourinho che ha pagato la sovreccitazione con una sola giornata di squalifica. La sconterà proprio a San Siro contro l’Inter. Inter che per lui costituisce un ostacolo speciale, visto che Inzaghi viene da tre sconfitte nelle prime sette giornate. Sfida risolutiva per Simone? Chi può escluderlo? Sì, Mou è cambiato e c’entra eccome la Roma. Non è semplice spiegare cosa significhi per il popolo giallorosso. Mou ha dato alla figura dell’allenatore un’immagine più completa, ha inventato un genere, elevando la comunicazione a valore imprescindibile. Tanti hanno provato a imitarlo. Inutilmente. Le immagini che sui social descrivono il suo stato d’animo e che lasciano spazio a più interpretazioni, l’originalità del linguaggio, gli ammiccamenti, l’abilità nel “dopare” tutto a colpi di trovate spiazzanti e al tempo stesso coinvolgenti: Mou è tutto questo, abbinato al successo sportivo.
(Corsport)