IL PUNTO DEL GIOVEDÌ - GARANZINI: «La Roma resta sola in vetta» - CONDÒ: «Una partenza che non sorprende»

01/09/2022 alle 10:02.
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In attesa della sfida tra Atalanta e Torino di questa sera, la Roma si gode il primato in classifica dopo 4 giornate. "La felice partenza non sorprende, perché dopo gli ingaggi di Dybala e Wijnaldum si era già sottolineato come le ambizioni non dovessero limitarsi al quarto posto", scrive Paolo Condò. "La squadra di Mourinho gioca raccolta, non mostra molto, punta il contropiede dei suoi solisti, è un'orchestra che a volte sbaglia volume ma è resistente, mai bellissima, sempre scomoda", chiosa invece Mario Sconcerti.

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


M. SCONCERTI - CORRIERE DELLA SERA

Cè una squadra sola al comando, la Roma. Diminuiscono le compagnie. Non migliora la , ma prende i punti di cui aveva bisogno. La vera domanda è se ci siano squadre complete. A me sembrano ancora Milan e , ma Roma e Lazio hanno un vantaggio non indifferente: sono guidate benissimo, come Inzaghi non sempre fa e dove Allegri fa fatica a uscire dalla sua nuvola. Mourinho e Sarri ottengono molto da squadre che non sono ancora stellari. Hanno però giocatori dimenticati come Dybala e Milinkovic, quelli che mancano a tutti gli altri. Nel calcio di oggi non è difficile organizzare il gioco, siamo nel tempo dei tanti passaggi orizzontali, facili. Non so dove sia la modernità in questo possesso prolungato tra difensori, ma sembra non si possa fare diversamente. Questo ha quasi cancellato l'idea di saltare l'uomo e andare in verticale. La non ha questo tipo di giocatore. Forse il Milan lo troverà in De Ketelaere, Calhanoglu nell' è una mezzala completa ma non con quella differenza. La Roma in più gioca raccolta, non mostra molto, punta il contropiede dei suoi solisti, è un'orchestra che a volte sbaglia volume ma è resistente, mai bellissima, sempre scomoda.



P. CONDO - LA REPUBBLICA

Dopo la tagliola del turno infrasettimanale, la Roma si gode il primato solitario mentre e risalgono la corrente. La felice partenza della Roma non sorprende, perché dopo gli ingaggi di Dybala e Wijnaldum si era già sottolineato come le ambizioni non dovessero limitarsi al quarto posto, e di come il calendario resti favorevole fino alla pausa nazionali. Sono piuttosto le modalità di questi primi risultati a essere curiose, e istruttive: nelle tre partite contro avversarie chiaramente inferiori (due neopromosse più la Salernitana), José Mourinho è riuscito a farsi concedere un contropiede purissimo, spazi enormi nei quali i suoi attaccanti hanno ottenuto davvero poco rispetto alla mole di occasioni prodotte. Dybala contro il Monza ha rotto un ghiaccio che lui stesso, Zaniolo soprattutto e Abraham non erano riusciti a incrinare a Salerno e contro la Cremonese: ma se recuperiamo le palle-gol prodotte in contropiede fin qui siamo più vicini alla ventina che alla decina, e questo malgrado la grammatica dei confronti sulla carta così distanti preveda la squadra grande in attacco alla ricerca di spazi e quella piccola arroccata per non concederli. Il fatto che il campionato sia ancora in fasce incide, in estate le neopromosse sono sempre più spavalde rispetto all’inverno; e però c’è anche lo zampino di Mourinho nel 3-0 inflitto in ariose praterie al Monza, cui resta l’inservibile primato del possesso palla. Una fatamorgana che attira i rivali fuori dal castelletto difensivo, lasciandolo esposto alle rappresaglie in campo aperto.



T. DAMASCELLI - IL GIORNALE

Se ci fosse ancora bisogno di conferme sull'inaffidabilità o imprevedibilità di questa prima parte di campionato, con la Roma unica capolista, ecco che la Lazio si adegua e butta via la vittoria di Genova contro la Sampdoria che, però, era stata penalizzata dall'arbitro Aureliano il quale chiamato al Var per un evidente fallo da rigore di Marusic su Quagliarella ha cancellato il dubbio non concedendo la punizione, ribadendo che il Var è una fuffa in mano a mediocri. (...)  La stessa inguardabile ha ritrovato con Vlahovic quello che le mancava dai tempi di Pirlo, dico dell'uomo che sblocca o decide il risultato su calcio di punizione. Il serbo ha ripetuto il colpo riuscito contro la Roma ma la squadra, dopo il vantaggio, è tornata nei propri domicili, come abitudine allegriana, dunque orizzontale, prevedibile e lentissima.



G. GARANZINI - LA STAMPA

Sta diventando un format. Fallo su Cuadrado nei paraggi del limite dell'area, Vlahovic che mette giù il pallone senza possibilità di replica, tre passi di rincorsa, e sinistro tagliato che si impenna sulla barriera per poi precipitare, letteralmente, in porta. Con la Roma da più vicino, coefficiente di difficoltà superiore, con lo Spezia quei cinque-sei metri più indietro che servono a farscendere più facilmente la traiettoria: a patto di saper calciare a quel modo, of course. Sabato scorso dopo un paio di minuti, stavolta dopo nove, e sono quei colpi che in casa dovrebbero mettere la partita in discesa, a maggior ragione contro una squadra modesta. Macché. Era successo con la Roma, che modesta non è, almeno nel primo tempo: non con uno Spezia ordinato ma niente più. (...) La Lazio invece sembrava aver chiuso per tempo la pratica, con una magia di Milinkovic Savic trasformata da Immobile, e ha invece pagato dazio nel recupero al sinistro ritrovato di Gabbiadini. Ancor più sorprendente il pari casalingo del col Lecce, con un rigore parato da Meret, al secondo tentativo, il gol di Elmas e lo splendido pareggio del leccese Colombo in prestito dal Milan. La Roma resta sola, può raggiungerla stasera la vincente di Atalanta-Torino.