IL TEMPO (A. AUSTINI) - Certi numeri non mentono. Nella Roma che ha improvvisamente perso solidità difensiva - 6 gol incassati in due partite dopo averne presi solo 12 nelle precedenti 19 gare ufficiali con 10 «clean sheet» - continua a esserci un problema emerso lo scorso anno: si segna troppo poco. Fatta eccezione per il 3-0 al Monza, nelle altre cinque sfide giocate fin qui i giallorossi non sono mai andati oltre un gol realizzato e sono rimasti a secco a Udine. A mancare è sopratutto il contributo degli attaccanti. Con varie spiegazioni possibili: l’intesa ancora da trovare fra Dybala e i nuovi compagni, la forma non eccezionale di Abraham, Pellegrini e Belotti, gli infortuni di Zaniolo ed El Shaarawy e un’organizzazione di gioco che nel complesso non favorisce le trame offensive. Incide anche non aver ancora calciato un rigore.
Sono appena quattro le reti dei giocatori del reparto offensivo, incluso Pellegrini ancora a digiuno come gli infortunati Zaniolo e El Shaarawy e l’ultimo arrivato Belotti. Una doppietta per Dybala, un timbro a testa per Abraham e Shomurodov, il resto della produzione è arrivato dalla difesa (
Smalling e Ibañez) e dal centrocampo (Cristante). Se si considerano attaccanti, trequartisti e ali delle sette squadre italiane impegnate nelle coppe, tutti hanno fatto meglio dei romanisti. Con una partita in più giocata, ad esempio la batteria offensiva di Spalletti ha portato in dote 13 gol, quella di Pioli 12, mentre il reparto d’attacco di Inzaghi è arrivato a quota 8. La stessa di Immobile & compagni, subito dietro con 7 reti ci sono le punte della Juventus, a 5 quelle dei viola.Numeri che ovviamente dicono ancora troppo poco e possono al massimo fornire una prima indicazione. La Roma ha potenziale per competere con tutte, a cominciare da domani a Empoli, dove proverà a interrompere la serie negativa. E per l’occasione Mourinho dovrebbe recuperare proprio Abraham, rimasto fuori dalla trasferta in Bulgaria per la contusione alla spalla rimediata a Udine. L’inglese, che lo scorso anno non era mancato praticamente mai, ha voglia di esserci e di tornare protagonista: poco significativo l’allenamento di ieri, col gruppo diviso in due fra chi ha fatto scarico post-Ludogorets e gli altri, sarà la rifinitura di oggi a dare le vere risposte al tecnico, che dovrà rinunciare a Zalewski (affaticamento al flessore) e aspetta di capire se potrà recuperare Karsdorp. Per Zaniolo è ancora più dura e il suo rientro sembra possibile tra l’Helsinki e l’Atalanta.
Mourinho è il primo a rendersi conto dei problemi e ha bisogno di una scossa per riportare subito la Roma all’altezza delle aspettative che si sono generate con la vittoria in Conference League e il mercato. Il suo umore non sembra dei migliori e ieri, come ha fatto in realtà spesso in passato, non ha consentito ai media del club di girare il video dell’allenamento. Un segnale di chi cerca concentrazione massima e riservatezza, anche attraverso la cura dei dettagli. I risultati delle partite del sabato non aiutano di certo a guadagnare tempo.