IL TEMPO (A. AUSTINI) - Era la partita di presentazione, ma c’era l’atmosfera di un appuntamento vero e importante. La voglia di Roma è irrefrenabile anche in una domenica di inizio agosto, con 65mila spettatoria dareil bentornato all’Olimpico alla squadra di Mourinho. Che ha già vinto e ora è più forte e bella. La partita con lo Shakhtar, entrato in campo con la bandieraucrainaadavvolgerele spalle dei giocatori, finisce con una vittoria in scioltezza per 5-0 a una settimana dall’esordio in campionato a Salerno. Ma più che il risultato e la prestazione, è il clima di entusiasmo a riempire una serata per certi versi senza precedenti. Con Dan e Ryan Friedkin a gustarsi lo spettacolo in tribuna, già alle 19 lo stadio è strapieno nonostantele lunghefilee qualche disagioall’entrata a causa della chiusura di uno dei viali di accesso e della rottura di tre tornelli della Curva Sud Laterale. Introdotti dagli sbandieratori, ogni giocatore sceglie una brano con cui entrare. Zaniolo trai più osannati, i nuovi acquisti sono il clou. Wijnaldum fa impazzirelo stadio quando suona la «sua» canzone diventata il coro dell’estate,il boato per Dybala è impressionante. Mourinho entra dopo il tributo allo staff, insieme a Pellegrini a cui lascia la parola: «Ripartiamo con lo stesso entusiasmo dello scorso anno per altre vittorie». Al tecnico interessava soprattutto la partita. Rispetto al Tottenham Haifa il tecnico cambiacinque titolari.Tocca a Celik, Kumbulla,Vina sul centro sinistra come ad evidenziare che lì qualcosa manca, Spinazzola e Matic. Aspettando l’inserimento di Wijnaldum, confermati quindi i «quattro delle meraviglie»: Pellegrini a centrocampo, davanti tridente Dybala-Abraham-Zaniolo. Ela toccano proprioloro quattro nella splendida azione che porta al vantaggio romanista al 20’, firmato dal capitano. Zaniolo manca il raddoppio sull’assist al bacio di Dybala e colpisce un palo clamoroso, ma si vede subito che il ragazzo sta bene, ha voglia e Mourinho gli sta facendo capire che se rimarrà avrà ancora un ruolo importante. Il 2-0 lo firma Mancini su assist di Abraham con velo di Zaniolo, prima dell’intervallo arriva anche il tris con l’autogol di Konoplya propiziato da un mastodontico Matic. A Dybala, rimasto in campo per 80 minuti, è bastata una serata per conquistare l’Olimpico con la sua classe cristallina e l’appuntamento con il primo gol romanista è solo rimandato. A inizio ripresa Mourinho fa entrare Karsdorp, Ibanez, Smalling, Cristante e Svilar ma lascia dentro i quattro «tenori». E allora Zaniolo ne approfittaper timbrare il cartellino sotto la Sud. C’è spazio anche per i primi minuti di Wijnaldum in giallorosso, Pellegrini colpisce la traversa prima di uscire, il quinto gol lo firma Bove. La Roma piace, si piace e ha tante soluzioni. Adesso si fa sul serio.