Il rumore dei nemici. Mourinho e la Juve: veleni, sberleffi e una rivalità infinita

24/08/2022 alle 07:59.
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Il rumore dei nemici è lì, si avvicina di ora in ora, ed è destinato a diventare sempre più fragoroso, man mano che si riducono le ore che separano José Mourinho da -Roma. Del resto, quella tra il portoghese e la non è solo rivalità, è antipatia pura. Tanto che in Spagna, nel 2011, da allenatore del arrivò a dire: "Non potrò mai allenare il o la . Sono uno che si dedica in modo eccessivo alle proprie squadre per poter allenare la rivale". Già, perché la era già entrata nel suo destino qualche anno prima, esattamente nell’estate del 2009, quando parlando di Claudio (all’epoca  allenatore juventino) disse: «A quasi 70 anni è troppo vecchio per cambiare mentalità». In realtà di anni ne aveva 57, i due poi hanno chiarito ed oggi si stimano a vicenda come non mai. La fiammata, infatti, si riaccende il 3 marzo del 2009, quando nella famosa conferenza dei "zero tituli", e della «prostituzione intellettuale» Mou si lancia così sui bianconeri: "Non si parla di una che ha conquistato tanti punti grazie ad errori arbitrali. Quando si dice che e (all’epoca alla Roma, ndr ) sono uno fianco all’altro, io sono al fianco di Zenga, Prandelli e Del Neri, che hanno perso tutti tre punti con la . Forse contro di loro è meglio non giocare o farlo con la Primavera. Ma il giorno dello scandalo sta arrivando...". José da lì a poco vincerà il suo primo scudetto nerazzurro, ma la stagione successiva non si scorderà della , facendosi cacciare a dicembre dopo 20 minuti, parlando di «pallamano» nei quarti di finale di Coppa Italia e di struzzi il 19 febbraio del 2010, per un rigore concesso ai bianconeri nella vittoria per 3-2 con il . "La si è imposta con un penalty misterioso. C’è solo un’area in Italia di 25 metri. Perché bisogna fare come gli struzzi, che mettono la testa sotto la sabbia?". Ferrara, qualche mese prima, gli aveva risposto così: "Se lui non è un pirla, io non sono un fesso". E poi ci sono le scintille dello scorso anno, quando il 4 novembre ritorna a polemizzare con i bianconeri, stavolta via social. Alla vigilia di Roma-Bodo Mou posta infatti le fotografie del rigore sbagliato da Veretout due settimane prima, in casa della , e di quello di -Zenit in . "Uno dei due rigori è stato ripetuto, indovinate quale?", riferendosi al fatto che in entrambi alcuni giocatori erano entrati in area prima del fischio, ma quello di Veretout non fu fatto ripetere. Poi a dicembre, alla fine di Roma-Spezia, il consiglio pubblico a Cristante, dopo un giallo ricevuto da capitano per aver chiesto spiegazioni all’arbitro: "Gli ho detto di andarci piano con i direttori di gara, perché lui non è Bonucci, non può permettersi certe cose...". Da lì il putiferio social, con i tifosi bianconeri ancora una volta scatenati contro il nemico di sempre. Ma gli argini erano oramai aperti, tanto che a febbraio, durante Roma-Verona, Mou si infuria per i 4 minuti di recupero concessi da Pairetto, ritenuti troppo pochi rispetto alle tante pause della ripresa. José mima il gesto del telefono, lanciandosi contemporaneamente in un «ti hanno mandato apposta, ti ha mandato la », riferendosi probabilmente al fatto che Pairetto è di Torino ed ai suoi presunti rapporti familiari con il club. Vincendo la Roma sarebbe andata a -4 dal quarto posto dei bianconeri, in piena corsa per la .

(gasport)