Non c’è giorno che non passi al telefono con Roma. Per informarsi, pianificare. Ma in ogni telefonata con Trigoria è chiaro che José Mourinho abbia fretta di veder migliorare la sua Roma. Vuole una squadra forte. Una base solida su cui costruire, con il lavoro, un gruppo pronto ad avvicinarsi alle grandi d’Italia. Di questo parla, tutti i giorni, col general manager Tiago Pinto. Il 5 luglio sarà a Roma per l’inizio del lavoro e per la squadra che ha in testa manca ancora molto. Insomma, Mourinho è inquieto: certo, anche Napoli, Lazio e Milan sono ferme sul mercato, ma vede Juventus e Inter stringere per Pogba, Di Maria, Lukaku, sente allontanarsi ancora squadre già molto avanti rispetto alla sua, con una dimensione imparagonabile oggi a quella della Roma. Nessuno, come ripete lui stesso, gli aveva promesso un mercato da Manchester City: conosce i problemi di bilancio del club. Forse però sperava che la vittoria della Conference desse l’abbrivio per far qualcosa in più. Invece prima di comprare bisogna vendere. Anche Zaniolo, ai ferri cortissimi col club. José ha già perso Mkhitaryan, e non l’ha presa bene. Ma ha guadagnato Matic, suo pretoriano da anni, e a ore avrà anche l’esterno Celik: col Lille balla appena un milione. Non basta, però. Alla Roma servono un difensore, due centrocampisti – uno sarà Frattesi, l’altro uno più offensivo, Aouar o Sabitzer – poi un’ala. E un attaccante, se partisse Zaniolo. Al suo posto Mourinho vuole Berardi del Sassuolo. Il portoghese Guedes – scuderia Mendes come lo Special – sarebbe la prima alternativa agli esterni offensivi, ma il Valencia lo valuta 40, la Roma 20.
(La Repubblica)