Conidi: "Il nostro è vero amore. Friedkin dirigenza illuminata, e con Mou mi sento al sicuro"

11/06/2022 alle 08:50.
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Ha rilasciato un'intervista per il quotidiano Marco Conidi, cantante ed attore romano autore di 'Mai sola mai', canzone che riecheggia all'Olimpico prima delle partite della Roma. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni, fra le valutazioni su Mourinho e i Friedkin fino ad arrivare ad un commento sulle ultime parole di Lotito:

Essere tifoso della Roma significa accontentarsi?
No. Essere tifoso della Roma significa amare la propria squadra. Avere un sentimento che va oltre qualsiasi cosa.

Quindi Lotito sbaglia?
Preferisco non parlare di dirigenti o presidenti di altre squadre. Io commento solo quello che dicono il presidente e i dirigenti della Roma.

La Roma non si discute si ama. Cosa significa questa frase per lei?
Ci si innamora senza sapere il prezzo che si pagherà. Senza ritegno e in maniera spregiudicata e totale. Quando ci si innamora è come quando ci si innamora di una donna, non metti in conto quante sofferenze e gioie avrai, e questo è bellissimo”

Ma quindi il tifoso romanista è diverso dagli altri?
Chi è innamorato e tifoso della Roma non lo ha mai fatto perché ha una bacheca piena di trofei o perché tutti gli anni vince qualcosa. Sono altre le squadre che possono vantare questo. Siamo innamorati perché quel senso di appartenenza ci fa guardare negli occhi con milioni di persone e sentirci fratelli, amici e parenti. La nostra famiglia. Questo vale molto di più.

Friedkin ha riportato l’empatia tra club e tifosi?
È una dirigenza illuminata e preparata. Che ha a cuore il tifoso dopo anni in cui la gestione precedente quasi condannava la romanità, il romanismo e il senso di appartenenza. Loro ne hanno fatto una priorità e i numeri dicono che hanno avuto ragione. In più c’è un condottiero meraviglioso: schietto e diretto, in un mondo in cui tutti hanno dieci facce lui ne ha una.

Mourinho ha contribuito a fare la differenza?
È una sicurezza che ci deve essere tra la squadra e la città, finché ci sarà lui sulla panchina mi sento al sicuro.

[...]

(Il Messaggero)