L’allerta ora è ai livelli massimi, un disastro annunciato che con il passare dei giorni assume contorni sempre più preoccupanti. L’avvicinamento alla finalissima di Conference League di Tirana procede con diversi intoppi e criticità di difficile risoluzione. In primis la gestione dei biglietti che ha creato un diffuso malcontento tra club e tifosi. L’errore alla base è stato quello della scelta dell’impianto, in grado di poter contenere solo 19mila spettatori: un numero inspiegabile per una finale di una competizione europea. E dopo le fallimentari assegnazioni di Cardiff e Belfast, dove gli hotel non avevano abbastanza camere per accogliere i tifosi, ecco un altro flop. E il Feyenoord non ha nascosto delusione e stupore per la scelta. Il tecnico Slot ha criticato la decisione dell’Uefa, il club ha pubblicato un comunicato: “Un grande evento come la prima finale di Conference avrebbe meritato un palcoscenico più grande con decine di migliaia di spettatori di entrambi i club”. A dire il vero l’Uefa aveva pensato ad uno spostamento di sede, a favore dell’Arena Toše Proeski di Skopje, che nel 2017 ospitò la Supercoppa Europea con Real Madrid e Manchester United in campo. Ipotesi poi smentita, con la conseguente conferma dell’Arena Kombetare di Tirana. E qui sono iniziati i problemi. Prima nella divisione dei tagliandi gratuiti, poi dalla vendita libera del restante. Vendita che, per molti tifosi, non è mai iniziata: dopo aver selezionato i tagliandi sul portale, il procedimento d’acquisto veniva azzerato. Alla fine si è scoperto che l’89% dei tagliandi è finito nelle mani dei tifosi albanesi. Per i tifosi del Feyenoord una brutta sorpresa: al contrario di quelli giallorossi, nessuno li aveva informati del secondo step di vendita. Da lì la dura reazione del tifo organizzato del club olandese, che su Instagram ha chiamato a raccolta i supporter di Rotterdam. A rendere ancor più preoccupante la situazione, la confessione di un membro della federazione albanese, che ha diffuso la stima di 60-70 mila tifosi in arrivo senza tagliando.
(La Repubblica)