Mourinho, i Friedkin e la religione del tifo

08/05/2022 alle 09:28.
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Comunque vada a Tirana, la ditta Friedkin & Mourinho associati l’impresa a Roma l’ha già confezionata e siglata. Hanno riportato la religione del tifo a Roma come non accadeva dagli anni 60.  Allo stesso tempo, questo ritorno al passato, questa restaurazione dell’inconfondibile e voluttuoso amore da stadio si combina con visioni e strategie lungimiranti, per quanto gettate nel futuro. Avendo speso fiumi di parole sullo sciamano di Setubal, concentriamoci un poco sui due texani, padre e figlio, padre soprattutto. Il loro primo, sensazionale colpo di genio: la scelta del silenzio. La scelta del silenzio in una città come Roma, invasa dalla chiacchiera, è iconoclastia allo stato puro. Un gesto di rottura totale. I texani lavorano nell’ombra, costruiscono il loro tempio laico al riparo del rumore. Certo, i risultati aiutano. Ma va detto che un certo rispetto per i Friedkin non è mai mancato, nemmeno nei momenti peggiori. L’altro colpo geniale: José Mourinho. Quasi impossibile solo pensarlo. Accusato dai suoi detrattori d’essere l’ego della bilancia dentro una traiettoria già modesta che tanto valeva precipitare. Il capolavoro, in tutti i sensi fatto carne, che vediamo ogni volta di questi tempi all’Olimpico, non ci sarebbe mai stato senza José, anche deliberando l’accesso allo stadio gratuito. Esempio, tra l’altro, irresistibilmente contagioso. Ogni volta che l’Olimpico va in onda si accendono focolai ovunque, anche dalle macerie della pandemia, a Salerno, Genova, Torino, Milano, , Udine, Empoli. Ovunque. Dalla Roma di Mourinho è ripartito qualcosa di enorme.

(corsport - G. Dotto)