La Lega va all'attacco, Casini e i club sorpresi: "Decreto crescita, così no"

12/05/2022 alle 08:12.
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La Lega di serie A contro le due soglie dell’indice di liquidità e del limite di applicazione degli sgravi fiscali previsti dal decreto crescita. È il riassunto del pomeriggio di ieri, con l’assemblea dei club al Salone d’Onore del Coni, È stato il presidente Lorenzo Casini a fare il punto. Sull’indice di liquidità «ammissivo», la Lega non si è mossa dai tre voti contrari (quelli di Casini e dei due rappresentanti dei club, Claudio Lotito e Beppe Marotta), espressi nell’ultimo consiglio federale che aveva approvato la norma con 18 voti favorevoli. l problema non riguarda soltanto la soglia del rapporto fra attività e passività correnti, che è stata fissata a 0,5 (per la stagione che verrà, poi è destinata a salire negli anni successivi), con alcuni «correttivi». La Lega aveva chiesto che fosse scelta una soglia dello 0,4, inserendo però nel computo anche il valore «storico» della rosa, una scelta che per la Federcalcio avrebbe depotenziato la deterrenza del provvedimento, fino a renderlo inutile. L’altro fronte è quello delle modifiche al decreto crescita. La soluzione inserita nel maxi emendamento (ieri rinvio della discussione in Senato, oggi il voto di fiducia) con la base minima di un milione di euro di ingaggio annuo e dei 20 anni di età per accedere all’abbattimento fiscale del 50 per cento per chi torna o arriva in Italia dopo almeno due anni all’estero, ha «sorpreso» la Lega. Casini usa proprio questa parola, evitando di parlare di delusione. «Tutti i presidenti hanno rappresentato sorpresa nel modo in cui si è arrivati a individuare una soglia dopo che per settimane la Lega serie A ha lavorato, raccolto i dati e fornito tutti gli elementi per mostrare come il risultato della modifica non è democratico e penalizza alcune squadre rispetto alle altre. Ed è anche fortemente in dubbio che raggiunga il risultato che viene manifestato come un successo»

(gasport)