IL TEMPO (E. ZOTTI) - Una giornata storica, resa ancor più speciale dalla presenza in campo della «sua» Roma. Fabrizio Bucci, ambasciatore italiano a Tirana, spiega come la capitale albanese si sta preparando alla finale di Conference League del 25 maggio. Il tutto con un pizzico di emozione in più visto che i giallorossi potrebbero tornare ad alzare al cielo una coppa dopo 14 anni.
A una settimana dalla finale che clima si respira a Tirana?
«C'è grande entusiasmo. È il primo evento sportivo internazionale importante che si svolge in Albania, tutta la città si sta preparando ad accogliere i tifosi. Questa finale è una festa per tutto il Paese». La città come si sta preparando all'evento? «Le autorità albanesi hanno iniziato a lavorare alla finale già da febbraio. Sono stati individuati tre punti sensibili da tenere costantemente sotto controllo: l'aeroporto, il porto di Durazzo - dove sbarcheranno i romanisti che hanno scelto di partire in nave da Bari e Ancona - e le principali vie d'accesso per chi ha deciso di arrivare in macchina. Ci sono anche tifosi che non avendo trovato un aereo per l'Albania atterreranno a Podgorica o Skopje, per poi raggiungere Tirana via terra dal Montenegro o dalla Macedonia».
Come saranno gestiti gli spostamenti dei tifosi?
«È stata studiata una gestione ordinata sia per gli arrivi che per il deflusso post partita. In aeroporto e a Durazzo saranno presenti delle navette che tramite corridoi dedicati porteranno i tifosi in centro, lo stesso è previsto al termine dell'incontro con dei van adibiti al rientro. A ridosso della finale la circolazione locale verrà limitata, per dare massima priorità all'evento».
L'Air Albania Stadium non ha divisori sugli spalti, non c'è il rischio di un contatto tra tifoserie?
«La sicurezza all'interno dello stadio verrà garantita dalla polizia. Sono previste zone separate per il Feyenoord e la Roma. La parte nord dello stadio è riservata agli olandesi mentre quella opposta sarà dei romanisti. Dunque possiamo dire che ci sarà una Curva Sud giallorossa anche a Tirana. Lo stesso vale per la città: il meeting point per il Feyenoord è nella zona nord, in pieno centro, e i tifosi saranno scortati a piedi fino allo stadio. Il ritrovo dei romanisti invece sarà in un parco a Sud dello stadio. Inoltre sono stati predisposti tre percorsi distinti. Uno per gli italiani, uno per gli olandesi e un terzo per gli albanesi. L'idea è quella di tenere tutti costantemente separati».
Molte persone arriveranno a Tirana senza biglietto...
«Lo sconsiglio fortemente, soprattutto a chi spera di trovarne uno in città. Qui tagliandi disponibili non ce ne sono, suggerisco di partire soltanto con un biglietto. Però capisco anche la passione e la voglia di vivere dal vivo una finale, per questo in città verranno installati diversi maxi schermi, sia nelle due fan zone che nella piazza principale».
C'è anche il problema alberghi. Molte persone si sono ritrovate con una prenotazione cancellata e le stesse stanze sono state rimesse in vendita a prezzi folli.
«Ne sono a conoscenza. È una pratica che ovviamente disapprovo. Ho parlato della questione sia con il ministro dell'interno albanese che con la ministra del turismo. Ieri c'è stata una riunione con diverse associazioni di albergatori per cercare di arginare il fenomeno. Il Governo punta molto sul turismo e ha preso la questione sul serio. Purtroppo queste cose accadono ovunque, sta succedendo anche a Parigi per la finale di Champions League».
Cosa suggerisce ai romanisti che stanno per mettersi in viaggio?
«Di seguire i canali ufficiali dell'Ambasciata oltre a quelli della Roma. In quei giorni i nostri servizi saranno potenziati per garantire il massimo dell'efficienza». La sua fede giallorossa non è un segreto.
Che partita si aspetta?
«Una gara difficile. La Roma però avrà un vantaggio: lo stadio sarà quasi interamente romanista, l'unica eccezione ovviamente è il settore dedicato al Feyenoord. Gli albanesi tiferanno tutti Roma, giocheremo in casa. L'Albania ha da sempre un rapporto speciale con l'Italia. Il popolo albanese prova vera riconoscenza verso il nostro Paese e questo sentimento è vissuto in maniera molto forte».