IL TEMPO (A. AUSTINI) - A Tirana con l’Europa League già in tasca. La Roma chiude il campionato con una vittoria che la qualifica alla seconda competizione Uefa per importanza, un passo in avanti rispetto al settimo posto dello scorso anno e il viatico migliore per la finale di Conference contro il Feyenoord di mercoledì prossimo, che può trasformare questa stagione da un’annata di transizione a una epocale, dopo 14 anni di digiuno assoluto. Se sarà quinto o sesto posto si saprà stasera: alla Lazio basta un pareggio col Verona per chiudere davanti. Ma cambia poco. A Torino Mourinho ottiene quello che voleva: i tre punti e nessun infortunio. In avvio tiene a riposo cinque dei presunti titolari di Tirana, nel corso del match risparmia minuti a Zalewski e Pellegrini. Oltre a Mkhitaryan rimasto a Trigoria, partono in panchina Smalling, Karsdorp, Cristante e Zaniolo. Il campo non è in buone condizioni, la partita fatica ad accendersi, il primo sussulto è un colpo di testa di Kumbulla sul «solito» corner, parato da Berisha. La Roma ci prova anche con Pellegrini e Abraham, poi è Belotti ad avere la palla del vantaggio ma la calcia fuori. Nell’altra area è il numero 9 giallorosso a fare la cosa giusta, imbeccato da Pellegrini e facilitato dalla scivolata di Zima: ma la sterzata di Abraham è bellissima e gli permette di segnare dopo due mesi dall’ultimo gol in campionato. Il vantaggio libera mentalmente la Roma, che mette un altro mattoncino per la vittoria prima dell’intervallo. È ancora Abraham il protagonista, rigore procurato per fallo di Berisha e segnato dall’inglese, che chiude il campionato a 17 reti su 37 presenze, alle quali vanno aggiunti i 10 centri nelle coppe. A inizio ripresa Juric ne cambia tre e il Toro prova a riaprirla subito con Pobega, ma Rui Patricio c’è. Con i granata che guadagnano metri, Mourinho ci mette una pezza: dentro Karsdorp e Cristante per Zalewski e Oliveira. Superato il momento più difficile, i giallorossi rimettono la testa avanti, gestiscono il pallone e i minuti, sfiorano il tris con Veretout. La svolta finale arriva con l’ingresso di Zaniolo che si procura il secondo rigore della serata, trasformato da capitan Pellegrini. Game, set, match. Considerate le premesse, è una vittoria per nulla banale, che consente alla Roma di chiudere a quota 63 punti, uno in più rispetto allo scorso anno anche se quelli conquistati sul campo sono gli stessi considerandola sconfitta a tavolino con il Verona nell’avvio del campionato passato. Bastano per tornare in Europa League, non per competere in ottica Champions. Ma Mourinho e il club hanno voglia di farlo. Portandosi intanto a casa una coppa.