Scusate, abbiamo scherzato. Il senso delle parole con cui il Tribunale Federale “proscioglie i deferiti” dell'inchiesta sulle plusvalenze, evaporato dopo un anno di lavoro. I giudici del primo grado sportivo hanno cancellato tutte le accuse contro Juventus e Napoli, Genoa e Samp, Empoli e Parma, Pisa, Pescara e Pro Vercelli, oltre a Chievo e Novara (non più affiliate).
Nato con richieste esemplari di squalifiche per Agnelli e De Laurentiis, che prometteva di riscrivere la storia del malcostume italiano degli scambi di giocatori a prezzi gonfiati per ottenere benefici a bilancio, ha prodotto l’effetto opposto. In attesa delle motivazioni, si può già dire che il giudizio ha certificato un assunto: nessuno può stabilire il valore corretto di una transazione, se non le società che effettuano l’operazione.
Un successo per i legali della Juventus Bellacosa, Sangiorgio e Apa, per l’avvocato Vittorio Rigo, difensore di Samp, Empoli e Parma, e per Mattia Grassani, legale di Napoli e Genoa. Ma anche una sconfitta monumentale per il procuratore federale Giuseppe Chinè, che aveva avuto il coraggio di sfidare quel sistema consolidato. Tentativo infranto su un approccio almeno superficiale: ha deciso di “inventare” un sistema di valutazione fondato su criteri che avrebbe voluto oggettivi, ma che certo non può valere come valutazione retroattiva. Un “modello di valutazione” che si è preteso di accreditarlo mettendo i valori ottenuti per i giocatori a paragone con le valutazioni del sito Transfermarkt.
Il peccato originale dell’intera inchiesta è non aver condotto una vera indagine: le migliaia di pagine di atti sono in realtà una enorme scatola vuota. Il procuratore non ha ascoltato i calciatori coinvolti, nemmeno chi aveva rilasciato dichiarazioni pubbliche utili almeno a suscitare dei dubbi: basta rileggere l’intervista del calciatore Luigi Liguori, uno dei giovani che il Napoli ha mandato al Lille nell’affare Osimhen, valutandolo 4 milioni, che ora gioca in campionati dilettantistici e che a questo giornale raccontò di non essere mai stato in Francia, dal club che lo aveva formalmente acquistato, rescindendo dopo un solo anno quel contratto. E la Procura non ha convocato neanche i dirigenti, non ha chiesto spiegazioni operazione per operazione.
(La Repubblica)