Il lieto fine di una trama incantevole. Per un’ora i tifosi della Roma hanno visto all’opera l’evoluzione di Francesco Totti. E non era un’allucinazione. Hanno riscoperto un amore che covava nella cenere di qualche pensiero tossico. Fioccano il giorno dopo, ma direi la notte dopo, domande, dubbi e apprensioni sul conto di Nicolò Zaniolo. A partire dal quel “Resto, non so”, mormorato dal ragazzo a chiosa del suo confermato e ricambiato amore per la gente giallorossa. Perché tanto ostentato nicchiare nelle risposte, che sembra smentire tanto amore? Che sarà di Zaniolo? Cosa c’è nella sua testa? Cosa c’è nella testa della società? Che ne è del suo rapporto con Mourinho?
Con ordine. Proviamo a pensare che quel “non so” non sia il deludente bisillabo di un’incomprensibile presa di distanza ma, piuttosto, una lodevole prova di onestà e trasparenza. Che si aggiunge peraltro e conferma la precedente di Tiago Pinto. Se Messi lascia il Barcellona, ovvero se accade l’impossibile in termini di choc di mercato, nessuno può oggi, 2022, dare onestamente certezze. Certo, il film di giovedì sera apre nuovi scenari e rinforza il legame tra giocatore e società. Quello con i tifosi, della Sud specialmente, non ha mai vacillato. L’ottimo rapporto tra direttore sportivo e agente, Pinto e Vigorelli, per niente scontato ai giorni nostri, aggiunge un elemento propizio. La Roma vuole Zaniolo, Zaniolo vuole la Roma. Questo è il presupposto.
Andiamo nei dettagli. Il contratto del giocatore scade nel giugno del 2024, due anni pieni. Non c’è l’urgenza che c’era, ad esempio, con Lorenzo Pellegrini. L’entourage di Zaniolo aspetta segnali forti? Anche qui, i tre boati di giovedì e le conseguenze del (rinnovato) amore, imprimono una direzione se non proprio un’accelerazione. Questo Zaniolo sarà centrale nella Roma di Mourinho. Certo, non andrà via per 50, 60 milioni, forse neppure 70.
Messi va via dal Barcellona al capolinea di una storia grandiosa. La storia di Zaniolo alla Roma è iniziata veramente solo giovedì sera. Il ragazzo è intelligente, molto più di quanto in giro si creda. Lo ha confermato nelle risposte di giovedì sera. In quanto a Mourinho: «Non fatevi ossessionare da lui e non ossessionatelo». Ha detto le cose più ragionevoli che si possano dire oggi a tutela del ragazzo. Mourinho non è un allenatore. È un test di sopravvivenza. Anche Nicolò sta imparando
(Corsport - G. Dotto).