IL ROMANISTA (D. LO MONACO) - C'è stato un momento, prima del secondo infortunio, in cui la Roma aveva pensato davvero di vendere Zaniolo. Era solo un'idea, certo, e nessuno può sapere che cosa sarebbe successo se a Nicolò non fosse saltato il ginocchio per la seconda volta in quella partita con la Nazionale, facendo cambiare i piani di chi aveva sul serio pensato di bussare a Trigoria con il portafoglio pieno di buone intenzioni. [...]
Così, mediamente, la frase di Pinto su Zaniolo è stata recepita dalla stragrande maggioranza dei tifosi per quello che era: l'onesta ammissione di un dirigente ai tempi del Covid. Tanto oggi Zaniolo è della Roma e ce lo godiamo noi, a Milano l'hanno regalato e a Torino possono al massimo sognarlo: poi domani si vedrà. Quelli che invece sembrano ormai stralunati abitanti di un altro pianeta sono quei pifferai che da martedì si sono sbizzarriti a definire prezzi, scenari e contorni di una trattativa che esiste solo nella fantasia delle loro grigie giornate, in un parossistico crescendo di cui si sentono orgogliosi protagonisti.
Scrivono fieri e poi vanno a contarsi i like su twitter. Farebbero tenerezza, se non fosse che loro e i loro maestri (quelli che "le bombe di mercato", quelli che "a me risulta", quelli che "signorsì signor editore") hanno distrutto la credibilità di un'intera categoria professionale.