Piace molto agli italiani il tiro ai Grandi. È uno sport diffusissimo e tanti sono i Grandi abbattuti nel tempo. È capitato anche a José Mourinho, il Mou che in pochi mesi è diventato il Mah. Da settimane sento ripetere che è bollito, non è più lui, e che ci aspettavamo di più. Lunedì qualcuno mi ricordava con una certa soddisfazione che ha sette punti meno di Fonseca (lo rivolete?) pur avendo fatto spendere milioni ai Friedkin. E poi non ha gioco e che importa se a Reggio i suoi hanno fatto una serie di errori senza senso. La Roma ha uno dei tre allenatori più Grandi del calcio mondiale, il più vincente (altrove) della storia di un club che in 96 anni ha conquistato soltanto tre scudetti e che da 5mila e passa giorni segna zero tituli sul diario. Eppure in sei mesi - e potendo prendere soltanto delle seconde e terze scelte - Mou da Medjugorje avrebbe dovuto cambiare con uno schiocco delle dita il corso della storia. Prima d’accettare la panchina giallorossa s’era certo informato delle opere dei suoi predecessori, dico di quelli che hanno vinto. Il Liedholm di Falcao si prese tutto il tempo necessario per vincere il campionato; mentre Capello con Bati, Totti, De Rossi e Samuel, tanto per dire, fece subito centro addirittura sollecitato da uno scudetto laziale.
(corsport - I. Zazzaroni)