Archiviata Tor di Valle e insediatasi la nuova giunta Gualtieri, riparte il gran circo stadio della Roma. Questa volta il mirino sembra puntato su Pietralata. Nel corso di questi anni, quando Tor di Valle era ancora un'opzione reale, Pietralata è sempre rimasta sullo sfondo come un'area possibile dove, però, c'è però il problema degli espropri: quasi tutti quei terreni hanno subito, decenni fa, la procedura di esproprio. Poiché la norma prevede che, cambiando la destinazione del terreno dopo avvenuto l'esproprio, questo possa essere riconsegnato al primo proprietario (la cosiddetta retrocessione), Pietralata era sempre passata in secondo piano pur avendo una buona rete infrastrutturale.Ora, nelle ultime settimane, gli uffici dell'Avvocatura comunale hanno approfondito il tema espropri giungendo alla conclusione che esiste un modo per evitare la retrocessione delle aree. Questa idea è stata comunicata informalmente al Campidoglio che, un paio di giorni fa, l'ha "girata" alla As Roma. Non ci sono documenti scritti ufficiali e si tratta sempre di comunicazioni orali. Il modello da seguire, in questo caso, sarebbe analogo a quello utilizzato dalla Juventus per costruire il proprio impianto: cessione del diritto di superficie per 99 anni a un prezzo ragionevole per poi procedere alla costruzione. In casa giallorossa, tuttavia, queste interlocuzioni con il Campidoglio, definite «scambio cordiale», sono in una fase ancora molto embrionale e la soluzione Pietralata, come quella fatta circolare mesi fa sull'area duplex Mercati Generali/Gazometro all'Ostiense, è considerata appena più di un pour parler.
(Il Messaggero)