L'area dello Spezia sembrava un flipper, tra pali, traverse e palloni ribattuti sulla linea di porta. Almeno fino a quando l'amatissimo capitano di casa Maggiore ha colpito in faccia Zaniolo con una scarpata, sfuggita all'arbitro ma non al Var. Abraham ha trasformato il rigore al 99' e ha chiuso una partita folle. Non è stata una gara sfortunata e non è stato solo merito di Provedel: i giallorossi hanno fatto di tutto per rovinarsi una serata fatta apposta per tornare a vincere dopo un mese, divorando un'occasione dopo l'altra nonostante lo Spezia in 10 dalla fine del primo tempo. Nessuno riusciva a metterla dentro: due pali, due traverse, quattro grandi parate di Provedel, con il rigore finale che ha evitato una crisi di nervi. I giallorossi hanno raggiunto l'Atalanta in classifica e domenica aspetteranno Gasperini i suoi all'Olimpico. Lo Spezia avrebbe voluto indossare una maglia con la scritta "Stop war" in giallo e azzurro, per l'Ucraina, ma il regolamento lo vieta e quindi è stata usata soltanto per il riscaldamento. Motta aveva scelto per una squadra prudente e compatta, ma la Roma ha dato fin da subito l'idea di poterne venire a capo, grazie alle verticalizzazioni di un ispirato Cristante, alla buona vena di Pellegrini e Mkhitaryan. La svolta è arrivata soltanto a fine gara. Motta al termine del match ha detto: "Questa volta mi aspetto delle scuse: per il rigore che ci hanno fischiato contro, e per tante altre cose che non mi sono piaciute. Ho detto all’arbitro che per una simulazione ho perso una finale di Champions. E che non mi piace vedere la gente che si butta per terra senza essere toccata: non è un buon esempio per il pubblico, per i giovani". Cristante ammette che l'espulsione ha dato una grande mano: "Ma avevamo la testa giusta. Abbiamo creato tante occasioni, dovevamo segnare prima. Per l’Europa possiamo continuare a giocarcela fino alla fine, siamo lì con le altre".
(repubblica)