L’invasione della tecnologia. Nessuno capisce più il Var

14/02/2022 alle 10:01.
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Consulto di tre minuti, tanti replay e la gara che dura 103 minuti e 36 secondi. Poco prima un rigore concesso contro il difensore in possesso di palla. Nel giro di pochi giorni Mourinho, Mihajlovic e Juric hanno detto: "questo non è calcio". Il tecnico del Torino ha detto: "non è facile capire", una frase che descrive esattamente la sensazione delle ultimissime settimane. A prescindere degli errori dei singoli arbitri, è sempre più complicato comprendere la logica dietro le decisioni del Var, ovvero il "protocollo" di intervento della tecnologica. Introdotta per sanare errori "chiari ed evidenti", in cinque anni è diventata altro: vivisezione di ogni singola azione e gol, una ricerca compulsiva di irregolarità. Sta anche invadendo un sospetto che sarebbe dovuto rimanere inviolabile, ovvero il dubbio. Nel caso del gol annullato al Torino, il Var ha impiegato due minuti e mezzo di revisioni prima di richiamare Giua al monitor, il quale ha rivisto le immagini diverse volte. Si può quindi parlare di chiaro ed evidente errore? Stesso discorso per i gol di Zaniolo (annullato, in Roma-) e di Giroud (convalidato, in -Milan). Cresce la sensazione che il calcio si sia diviso in due sport diversi: quello giocato
e quello al video.

(repubblica)