Vuole subito ripartire Josè Mourinho, e per farlo si affiderà a Lorenzo Pellegrini. Dopo il rodaggio di San Siro (20 minuti), a Reggio Emilia Lorenzo torna a guidare la Roma. A Mou basta la presenza. Con Lorenzo in campo la manovra è più fluida e la squadra certamente più pericolosa. I numeri dei gol segnati non regalano bene la percezione. Perché nelle 15 gare nelle quali è partito titolare in campionato, la Roma ha segnato 26 volte (media 1,7). Nelle 9 in cui non c’era 14 (1,5). Sottigliezze statistiche che tuttavia assumono altro risvolto se si analizzano proprio le 9 partite nelle quali il Capitano giallorosso è stato out. In 3 di queste (Bologna, Inter e Genoa), la squadra è rimasta a secco. Diventano quattro, considerando anche il match di Coppa Italia dell’altra sera nel quale è subentrato già sul 2-0, a match chiuso. Considerando che soltanto altre due volte la Roma in stagione non ha segnato (Napoli e Juventus), vien da sé l’importanza che riveste Lorenzo nei meccanismi offensivi. Il ruolo non conta. Mezzala, trequartista, in appoggio alla punta: l’importante è che ci sia. Pellegrini riparte dunque dal Sassuolo, il suo passato, la squadra che lo ha fatto conoscere in serie A, prima di essere ricomprato dalla Roma per 10 milioni. Da fine novembre, è stato un continuo stop and go. Prima un mese di stop per la lesione al quadricipite destro rimediata in Roma-Torino. Infortunio serio, probabilmente conseguenza diretta dell’infiammazione al ginocchio della stessa gamba con cui ha convissuto a lungo. Poi, la voglia di esserci contro Milan e Juventus, ha probabilmente accelerato i tempi del rientro.
(Il Messaggero)