Quota cinquemila spettatori non è uguale per tutti. Per qualcuno significa il deserto, per altri uno stadio mezzo pieno. Il paradosso è andato in scena in questo primo turno di campionato sotto l’insegna dell’autoriduzione della capienza scelta dalla Lega. Se da una parte ci si è inventati una faticosa selezione fra chi era già in possesso del biglietto, in ben quattro stadi quota 5.000 è rimasta addirittura lontana: 3.805 spettatori per Venezia-Empoli, 3.843 per Sassuolo-Verona a Reggio Emilia, 2.549 a Genova per Samp-Torino e 2.559 per Salernitana-Lazio. Il caso di Venezia è davvero singolare perché con il cambio dei limiti, la soglia è diventata più permissiva visto che la metà della capienza è leggermente inferiore ai 5mila spettatori. Insomma, tutto lascia pensare che il 6 febbraio il campionato ricominci con la capienza del 50 per cento, in pratica un ritorno a quanto si era lasciato nei primi due turni del 2022. D’altronde, e facendo mille scongiuri in circostanze come queste, se è la curva epidemiologica a decidere (lo ha ribadito domenica la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali), qualche tendenza al suo appiattimento potrebbe voler dire un inizio della discesa. In ogni caso, per riaprire al 50 per cento, non sarà necessario un nuovo decreto perché la stessa legislazione in vigore non ha cambiato la soglia ed è stata la Lega di Serie A a fissare quella attuale.
(gasport)