IL TEMPO (A. AUSTINI) - La notizia, con la sua abitudine a raccontare verità brutali, l’ha data José Mourinho alla vigilia di Roma-Cagliari: il rientro di Leonardo Spinazzola non è ancora programmato. «Se tornerà ad aprile o a maggio io sarò contento - aveva spiegato lo Special One - vorrei sapere chi è quel fenomeno che ha parlato di novembre». Parole non casuali, perché in effetti c’è un rallentamento rispetto alle previsioni emerse nelle settimane scorse. Mentreieri Spinazzola si allenava per l’ennesima volta da solo sul campo di Trigoria, come accade già da settembre, non era stata ancora fissata la data del tanto atteso consulto con l’ortopedico finlandese Lasse Leimpanen. L’unica certezza al momento è che sarà il professore a raggiungere la Capitale per visitare l’esterno giallorosso: a quel punto ci si aspetta che arrivi il via libera per il rientro graduale in gruppo di Spinazzola. Tempi certi non ce ne sono, ma a questo punto appare scontato che il terzino umbro non possa giocare una partita prima di marzo. E, a sentire Mourinho, non si può neppure escludere che bisognerà aspettare ancora di più. Che l’infortunio fosse gravissimo lo si sapeva dall’inizio, la rottura del tendine d’Achille è uno degli incidenti peggiori che possa capitare a uno sportivo, ma Spinazzola in primis pensava di vedere la luce arrivati a questo punto: sono infatti passati quasi sette mesi interi da quel maledetto «crac» del 2 luglio scorso, durante i quarti di finale degli Europei tra Italia e Belgio. Non appena avrà ricevuto l’ok dai medici, l’esterno dovrà allenarsi almeno 2-3 settimane con i compagni prima di strappare una convocazione di Mourinho. Nessuno vuole correre rischi, tempistiche che non sembrano coincidere con la presenza di Spinazzola agli spareggi per il Mondiale in Qatar in programma a fine marzo. Problemi di Mancini, non della Roma che intanto si è tutelata con un jolly come Maitland-Niles, titolare a sinistra nelle ultime due gare ufficiali. Con lui e Viña il tecnico si sente comunque coperto e ha dato il suo ok per la partenza in prestito di Calafiori al Genoa. Saluta invece definitivamente la Roma Riccardo Ciervo. Il giovane attaccante esterno passa dalla Samp - dove era andato in prestito - al Sassuolo che lo prende a titolo definitivo: l’obbligo di riscatto dopo i primi mesi in prestito scatterà a fine stagione e consentirà alla Roma di incassare 2 milioni di euro. Ovvero la cifra spesa per i due prestiti di Maitland-Niles e Sergio Oliveira. Inoltre, ai giallorossi andrà il 25% dell’importo di una futura rivendita di Ciervo in caso la cifra sia inferiore a 10 milioni, percentuale che scenderà al 20% se il prezzo di vendita, invece, sarà maggiore di 10 milioni. Intanto tra domani e venerdì rientra a Roma Diawara, eliminato dalla Coppa d’Africa. Il Torino ha virato su Samuele Ricci, gli restano le proposte di Cagliari,Venezia e Sampdoria, tutte per un prestito. Tiago Pinto, che continua ad aspettare l’accordo tra Fazio e la Salernitana di Sabatini, proverà a convincere Diawara a partire e a quel punto tenterà un innesto last-minute. Con scarse probabilità di riuscita