La partenza di Diawara potrebbe cambiare il mercato della Roma. Anche perché i Friedkin sono stati chiari con Pinto: l’importante è che ad un’entrata, corrisponda un’uscita. “L’ideale sarebbe avere altri Sergio Oliveira“, si è lasciato sfuggire José nel post-Cagliari. È sembrata una sorta di vorrei ma non posso. Perché poi gli acquisti sono come le ciliegie. Ingolosiscono e uno tira l’altro. La Roma però può muoversi soltanto con i prestiti. E anche andasse via Diawara, la formula di acquisizione non cambierebbe, a meno che non venisse inserito un obbligo di riscatto. L’alternativa è una cessione a sorpresa che permetta di monetizzare subito. Veretout, ad esempio, piace da tempo al Tottenham e al Napoli. Carles Perez ha estimatori in Spagna (Cadice). Interessi, però, che non hanno prodotto proposte concrete. Per questo motivo l’apertura ieri di Kamara va presa con le molle: “Il mio contratto scade a giugno e se resterò farò di tutto affinché il Marsiglia raggiunga la Champions. A parte questo, con il mercato aperto tutto può succedere“. Un modo scaltro, per alimentare un’asta. Per lui e per il Marsiglia. La Roma ad oggi la liquidità che chiede il club transalpino (10 milioni) per prenderlo in questa sessione, non ce l’ha. E il fatto che con i francesi ci siano in ballo 20,4 milioni legati alle cessioni di Pau Lopez e Under, conta sino ad un certo punto. Per Kamara servono cessioni e non trasferimenti in prestito. Un sostanzioso adeguamento, invece, se lo attende Zaniolo. Ormai ci siamo. Le parti si vedranno durante la pausa per le nazionali. Nicolò attualmente guadagna 2,3 milioni. Nei primi incontri di metà ottobre, la richiesta era stata di salire a 3,5 milioni più bonus ma con un prolungamento triennale e non quinquennale. A breve se ne tornerà a parlare. Anche per allontanare le sirene che ciclicamente tornano, avvicinandolo sia alla Juventus che al Tottenham.
(Il Messaggero)