Se in Campidoglio tutto sembra tacere, qualcosa si muove per lo Stadio della Roma. I Friedkin vogliono costruire un impianto sostenibile e remunerativo, e le idee sembrano convergere sul quadrante Ostiense. L’area offre i terreni degli ex Mercati generali, ma pure quelli all’ombra del gazometro. La novità sta nel non disclosure agreement che il club giallorosso ed Eni, titolare del fazzoletto vista Tevere, hanno firmato negli ultimi giorni. In sostanza, con questa mossa, le parti si impegnano a non diffondere informazione sui prossimi passi.
Attenzione alla riservatezza che sembra però svelare un elemento chiave: la Roma è interessata all'area. La tentazione di riportare la casa dei romanisti vicino a Testaccio, magari in un progetto congiunto con Road - piano di Eni per introdurre nella Capitale un nuovo distretto dell'innovazione - è forte.
Questo il sogno, che si scontra con la realtà appresa dai Friedkin in questo primo periodo di presidenza: la macchina burocratica di Roma. Dan e Ryan guardano con interesse anche a Rocco Commisso, che dopo le minacce di vendere la Fiorentina ha ottenuto qualcosa: l'ok ai lavori per ristrutturare il Franchi, con un tesoretto di 95 milioni pubblici per far contenti i tifosi.
Intanto per quanto riguarda l'organigramma societario si fa il nome di Lucia Bernabè. La figlia del supermanager Franco, già presidente di Telecom e oggi alla guida di Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva), è la candidata più accreditata alla gestione del dossier stadio.
(La Repubblica)