IL ROMANISTA (S. BONVISSUTO) - Quando contro la simpaticissima Atalanta i telecronisti di Dazn hanno detto che si apprestava ad entrare Muriel e che questo aveva fatto 99 gol, io e mio figlio ci siamo guardati e abbiamo detto all'unisono: «E mo' te pare che nun fa' er centesimo?». Perché essere della Roma è esattamente questo. Infatti poi Muriel ha segnato, però la partita l'abbiamo vinta noi. Anzi l'abbiamo stra-vinta. Prima di noi l'ha vinta Mourinho nella conferenza che ha preceduto l'incontro; non mi accontento del pari, vado a Bergamo per vincere. E tutti abbiamo pensato: questo è matto. Ma questo non è matto, questo è un allenatore che nella città dove è nato gli hanno intestato una via. [...]
Contro l'Atalanta la partita è cominciata proprio in conferenza stampa, adesso perché questa decisione di non parlare? Fatto sta che con la Samp finisce in pareggio. Una partita brutta che finisce pari. E forse il Mister aveva fiutato qualcosa, qualcosa che non è riuscito a governare. Lo sapete, la Roma, quando deve fare il salto in una partita sola, stecca sempre, con chiunque in panchina, con qualunque presidente, con qualunque sponsor, in qualunque stadio. [...]
La tenuta mentale non c'è, il parco giocatori è numericamente ristretto, e credo sia stato un crollo energetico, principalmente fisico, ma poi anche mentale. La strada per diventare una grande squadra è ancora lunga e piena di ostacoli, è difficile vincere quando si deve vincere se ancora non si è in grado di vincere quando si può vincere. Anche se tutte le squadre hanno faticato, non solo noi. Qual è la Roma: quella di Bergamo, o quella dell'Olimpico contro la Samp? Boh, nessuno lo sa bene oggi, forse una via di mezzo fra le due. Ma il futuro è buono, con il recupero di tutti gli effettivi e un mercato invernale sulle indicazioni del Mister possiamo solo migliorare. [...]