L’1-1 con la Sampdoria è già l’ennesima occasione persa per la squadra di Mourinho, che avrebbe potuto ridurre a 4 punti il distacco dall’Atalanta quarta e invece deve accontentarsi di mantenere il sesto posto con la Fiorentina. Al giro di boa, bilancio obbligato di ogni stagione, la squadra ha 5 punti meno di un anno fa, e dopo aver speso 90 milioni sul mercato non può che essere una delusione. “La classifica è normale, ma noi abbiamo giocato per vincere, loro no, una partita brutta“, la sentenza di Mourinho. Rimontato, dopo il vantaggio, da Gabbiadini, da un mese diventato infallibile: quinto gol nelle ultime cinque partite. Una regolarità che sbatte in faccia alla Roma ciò che le manca: un attaccante che sia una certezza. Ieri l’aveva portata in vantaggio Shomurodov, un gol pescato da quella panchina di cui Mourinho si è spesso lamentato, dopo che Abraham, il più continuo, aveva lasciato il campo per un colpo alla caviglia. Zaniolo ha prodotto tanto senza però colpire, il giovane Felix ha sciupato un’occasione eccellente per riprendersi la vetrina, sparando addosso al portiere Falcone, riserva della Samp, romano e già visto tra le braccia di Carlo Verdone nel film Viaggi di nozze, 25 anni fa. A questo punto Mourinho deve cercare seriamente di capire cosa succede quando la Roma varca la porta di casa: forse tutte quelle aspettative sotto forma di voci e cori intimidiscono la squadra, forse è solo una questione di qualità, nel senso che più di questo l’organico non permette. Certo, da due mesi l’Olimpico è stregato, la squadra ha vinto solo 2 delle ultime 6 partite in campionato e ha fatto poco meglio — 3 su 8 — contando anche le coppe. Un problema da risolvere, visto che nel primo mese del nuovo anno giocherà 4 gare su 5 a Roma, tre di campionato e una di Coppa Italia. Insomma, il futuro passa per l’Olimpico. E, se oggi il governo dovesse introdurre l’obbligo di tamponi per entrare allo stadio, a gennaio in questa casa fredda la Roma rischierebbe di ritrovarsi quasi da sola.
(La Repubblica)