La Procura indaga su due stagioni di trasferimenti tormentati: tra il 2017 e il 2019 pesava la necessità di correggere i conti per rientrare nel fair play Uefa, ma pure il bisogno di non perdere i gioielli di casa. Ad esempio, nell’estate 2018, pur di non far partire l’ultimo arrivato Skriniar, il d.s. Piero Ausilio aveva sistemato il bilancio con dei baby già con un nome ed altri che erano poco più che speranze: alcuni da allora hanno fatto una carriera inferiore rispetto alle iniziali valutazioni, altri si sono spinti ben oltre. Per un Bettella valutato 7 milioni (quasi tutti di plusvalenza), c’è un futuro crac come Zaniolo a 4,2 appena (2,6 di plusvalenza): col senno di poi, ipervalutato il primo e sottovalutato il secondo. In quell’anno il “plus” più corposo, però, è stato quello di Davide Santon, ceduto a Roma a 9,5 milioni dopo una deludente stagione con Spalletti: 8,1 milioni di plusvalenza. E il tutto, assieme all’affaire Zaniolo, va inserito all’interno della stessa danarosa acquisizione di Nainggolan (39,5). Tra i protagonisti di quella sessione, poi, Ionut Radu, il secondo di Handanovic. Allora però, appena tornato da un prestito all’Avellino, fu ceduto al Genoa per 8 milioni. La cessione di Pinamonti al Genoa in quel 2018-19 aveva rimpinguato il bilancio con 19 milioni di plusvalenza, poi però ecco lo strategico rientro a Milano nella stagione dello scudetto per 21 milioni e stipendio da 2,2.
(gasport)