IL TEMPO (A. AUSTINI) - È già ora di cambiare. Perché serve una svolta. Mourinho modifica l’assetto della Roma: nel lunch-match delle 12.30 a Venezia è intenzionato, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, a schierare la squadra con un inedito 3-4-1-2. Dentro Kumbulla nella difesa a tre, l’esterno a tutta fascia a sinistra diventa El Shaarawy, mentre Zaniolo e Mkhitaryan si accomodano in panchina: tocca al recuperato Pellegrini agire da trequartista alle spalle di Abraham e Shomurodov, pronti a giocare insieme dal 1’ per la seconda volta dopo Verona.
Le scelte del portoghese sono dettate da vari motivi: le condizioni scadenti di alcuni singoli come Mkhitaryan e Zaniolo che hanno bisogno di rifiatare, gli infortuni contemporanei di tutti i terzini sinistri in rosa (Calafiori è out insieme a Viña e Spinazzola) e la necessità di provare qualcosa di nuovo per tirarsi fuori da un momento difficile. La Roma ha vinto una partita delle ultime sei perdendola testa del girone di Conference League, in campionato ha raccolto dieci punti nelle ultime otto e per la prima volta da inizio stagione, almeno per una notte, si è trovata fuori dalle prime quattro posizioni, scavalcata ieri dall’Atalanta.
Mourinho inizia a mostrare segnali di nervosismo per le critiche. Così ieri, nella quarta conferenza stampa consecutiva iniziata con un volontario anticipo rispetto all’orario programmato, ha risposto polemicamente a chi gli chiedeva se, tornando indietro, cambierebbe qualcosa di quello che ha fatto e detto fin qui. «Sei molto intelligente - risponde José rivolto al cronista - ma vuoi far passare l’immagine che non lo sei e ti piace quello che fai». È l’ultima domanda, si alza e se ne va. Ma già all’inizio è arrivata la
prima frecciata. «Se ci saranno Pellegrini e Calafiori? Sapete tutto, perché chiedere?».
Sulla formazione non dà indicazioni. Anzi. Prova a confondere le idee buttando dentro l’opzione Tripi tra i possibili esterni a sinistra. «Le squadre che hanno due giocatori bravi per ogni posizione sono più facilitate, noi dobbiamo adattarci con una rosa come la nostra. Mancini giocherà, poi ci sono Cristante, Kumbulla e Ibañez che magari farà il centrale con Tripi terzino». Poi difende Abraham. «Tammy siamo tutti noi, è lo stesso giocatore che ha fatto bene le prime partite. Finora gli unici che hanno segnato un numero di gol in linea con la propria posizione di gioco sono Ibañez, Pellegrini ed El Shaarawy. Arriverà il momento degli altri».
Per Mourinho il problema principale della Roma in questa fase è che «facciamo fatica a tradurre in gol tutte le situazioni create, ma sarebbe più preoccupante non avere chance». Il portoghese parla anche di Villar e Mayoral, «riabilitati» contro il Bodo. «Gonzalo mi piace con la palla e non mi piace senza, deve migliorare. Borja ha fatto due grandi assist giovedì e ha aiutato la squadra a cambiare la dinamica offensiva». Lo spagnolo si candida: nel modulo con due punte può esserci spazio anche per lui.