Spiegare la mediocrità di certi risultati della Roma solo con le nefaste decisioni degli arbitri è sciocco, sbagliato e anche superficiale, però non si può far finta di nulla. Come sostiene Mou: «Ci sono quattro o cinque esempi che sono molto chiari e che ci devono preoccupare. Gli arbitri decidono seguendo criteri opposti ogni volta, è il momento di dire basta». Lo Special magari pensa che la sua Roma non sia gradita, che quarta non ci deve arrivare. Un disegno inquietante, ma non dimostrabile: solo Mou può denunciare, se sa. Per ora siamo/è nel campo delle ipotesi, dei sospetti. Perché gli episodi cominciano ad essere tanti, troppi, ultimo quello di ieri a Venezia, calcio di rigore fischiato contro per un fallo inesistente di Cristante su Caldara: perché il Var non è intervenuto?. Mourinho ultimamente ha scelto la linea del dico e non dico, ma si capisce benissimo: si sente penalizzato, e nemmeno casualmente. A Mourinho, già alla quinta giornata, qualche dubbio è cominciato a venire. Roma-Udinese, partita antecedente al derby: l'arbitro Rapuano espelle Pellegrini, per la gomitata a Samardzic. Lo Special, a fine partita, invocava la presenza di Lorenzo nel derby, definendo quel rosso «ridicolo». Messaggio arrivato agli arbitri, che non hanno gradito. Ma la Roma è appena entrata nel tunnel: giornata successiva, il derby, arbitro Guida. Contestato il gol di Pedro, che nasceva da un fallo di Hysaj in area su Zaniolo. Da possibile rigore a gol subito. Apriti cielo. Show di Mou nel post partita, se la prende anche con un delegato della Lega, che non vuole farlo parlare in presenza dei giornalisti ma solo da remoto. E non è finita, siamo a domenica scorsa: Roma-Milan, arbitro Maresca, poi fermato dall'Aia. Rigore per il Milan. Poi, non viene concesso il tiro dagli undici metri alla Roma per il fallo di Kjaer su Pellegrini, lo stesso fischiato qualche giorno prima a San Siro per lo stesso identico intervento di Dumfries su Alex Sandro
(Il Messaggero)