Stampa, arbitri e rosa: non si salva nessuno. Le ultime settimane in casa Roma si sono trasformate in un Mourinho contro tutti, ma questo non ha comunque impedito alla squadra giallorossa di sprofondare nella prima crisi targata Special One.
Le critiche sono arrivate anche al tecnico, ma la sua posizione nel club è salda come il primo giorno, nonostante l'empatia dei primi mesi con il pubblico sia scemata a partire dal 2-2 con il Bodo all'Olimpico, dove sono arrivati anche i fischi di contestazione alla squadra. La sconfitta con il Venezia poi ha sancito un bilancio amarissimo in casa Roma: da sosta a sosta, infatti, i giallorossi hanno giocato sette partite, vincendone solo una (quella con il Cagliari), uscendo sconfitti in tutti gli scontri diretti fatta eccezione del pari con il Napoli e perdendo il primato nel girone di Conference League con un umiliante 6-1 in Norvegia. La produzione offensiva, rispetto le sette partite precedenti, si è dimezzata passando da 17 reti ad appena 8, mentre i gol incassati sono raddoppiati (da 7 a 15). Numeri che hanno portato la Roma fuori dalle prime quattro posizioni che a fine stagione vorrebbero dire un posto in Champions League.
A questo si aggiunge una comunicazione stressata come mai prima nella Capitale da Mourinho. I consigli della proprietà e della dirigenza sul mantenere il low profile sono stati ascoltati fino a ottobre, poi lo Special One ha iniziato la sua campagna personale contro gli arbitri, attaccando i giornalisti e infine mettendo alle corde una parte di rosa, ritenuta non all'altezza. E se su gli arbitri oggi la risposta più gettonata è «non commento per non essere squalificato e preservare me stesso», sul parco giocatori non si tira mai indietro. Il paragone con le altre squadre che lottano per la Champions è sempre dietro l'angolo e non manca di ricordarlo a ogni intervista o conferenza pre partita. Dopo la sconfitta col Venezia lo Special One ha parlato anche di una stagione «dolorosa, ma utile a capire molte cose». Insomma, la sensazione è che alcune le abbia già capite come quando dice «il fatto che puntiamo al quarto posto non significa necessariamente che siamo da quarto posto». Un modo educato per rivedere le aspettative del club di fine anno, ma che non evitano polemiche intorno alla gestione della rosa da molti ritenuta estrema e improduttiva.
Perché la realtà oggi dice come la Roma abbia cinque punti in meno rispetto alla Roma di Fonseca a questo punto dell'anno e che Mourinho, dall'esonero di Zeman del 2013, sia il peggior allenatore giallorosso per media punti in campionato. Qualcosa che nessuno aveva messo in conto il 4 maggio scorso quando veniva ufficializzato il tesseramento dello Special One. Ora la sosta aiuterà il tecnico a recuperare qualche giocatore e domani a Trigoria ritroverà, anche se per terapie e lavoro individuale, Zaniolo e Pellegrini, entrambi rientrati anzitempo da Coverciano rispettivamente per un risentimento muscolare al polpaccio e un'infiammazione al ginocchio.
(ansa)