Zaniolo, convocato in extremis per il ko di Pessina durante Atalanta-Milan, deve rinunciare alla chiamata del ct Mancini per un problema al flessore destro. L'epilogo di una giornata strana per Nicolò, fatta di strappi e accelerazioni in campo, fino al momento della sostituzione. Quando Mou lo richiama all'85', esausto e con un problema al flessore (del quale nessuno si era accorto in tribuna) che non gli permette di accelerare il passo, il calciatore s'incammina verso la panchina. Troppo lentamente secondo l'inflessibile Ayroldi che lo accusa di perdere tempo. Al fischietto di Molfetta non basta un richiamo verbale. Il calciatore viene così punito con l'ammonizione. L'Olimpico se ne accorge: interrompe l'ovazione a Nicolò e inizia a subissare di fischi l'arbitro.
All'uscita dal campo Mourinho gli mette un braccio sulla spalla e confabula con lui per un minuto scarso: «Cosa gli ho detto? Semplicemente che è così che un giocatore deve reagire. Lui si aspettava di andare in Nazionale, Roberto (Mancini, ndr) ha fatto la sua scelta, che rispetto e voglio che Nicolò rispetti. Giocando come ha fatto oggi, potrà nuovamente metterlo in difficoltà». La risposta alla chiamata in serata di Mancini è però negativa. Il problema al flessore - dopo un consulto tra i medici giallorossi e quelli della Nazionale - viene ritenuto troppo rischioso considerando che la semifinale di Nations League con la Spagna è fissata per mercoledì. Zaniolo - che giovedì, venuto a conoscenza dell'esclusione dai 23, era rimasto molto deluso - è dunque costretto al forfait. Un peccato, per lui e per l'Italia.
(Il Messaggero)