Più che una partita, un romanzo. O, in tempi moderni, una serie tv. Roma-Napoli arriva alla nona giornata ma è già un intreccio indissolubile di passato, presente e futuro. Una folla di personaggi che chiedono spazio. C’è Luciano Spalletti, che dice che questa partita «è una sfida tra due parti di me. Naturalmente sarò tutto del Napoli, ma la Roma non sarà mai la mia nemica. Mi arriveranno fischi? Non li merito». A Spalletti sono legati gli ultimi trofei giallorossi: le Coppe Italia 2007 e 2008, più la Supercoppa italiana 2007. C’è (il fantasma di) Francesco Totti, sempre nelle parole di Spalletti: «Per Totti ho fatto cose che pensavo di non fare per nessun calciatore. Le rifarei. Ho amato l’ambiente, ho amato Totti. Con il pallone tra i piedi è il più forte che abbia allenato. Non voglio spoilerare il contenuto della fiction che farò io su Francesco. Il titolo è: Speriamo di morì tutti dopo». C’è, naturalmente, José Mourinho, che si è difeso attaccando la precedente gestione e i procuratori nemici: «I Friedkin hanno ereditato tanti errori fatti dagli altri. La proprietà ha speso tanto per rimediare e c’è gente che ride con le tasche piene di soldi. Come tutti gli allenatori vorrei più giocatori, ma non sono uno str**** e ho grande rispetto dei Friedkin e di Tiago Pinto». L’Olimpico sarà pieno al 75%, con oltre 45.000 spettatori. A ieri sera erano disponibili solo 800 posti. Con un solo biglietto sarà come vedere un intero Festival.
(corsera)