Terza sconfitta stagionale per la Roma, che non passa l'esame Stadium e cade 1-0: "È ancora una bambina tra i grandi. La Juve ha giocato nell'unico modo che conosce da un mese in qua, sporca e cattiva", scrive Andrea Sorrentino. Ci ha messo del suo anche il direttore di gara Daniele Orsato, ricorda Ivan Zazzaroni: "Potrebbe anche ammettere pubblicamente che quella domenica di metà ottobre, a Torino, avrebbe dovuto far concludere l'azione e di aver peccato di eccesso di tempestività."
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
A. SORRENTINO - IL MESSAGGERO
L'orgoglio e la furia sono un guscio vuoto, se manca il risultato. E sfuma pure a Torino, anche di fronte alla peggiore Juve possibile: oltre questa, c'era solo la Primavera. Ma risale, e proprio la Roma le dà l'ultimo lasciapassare. Nel campionato in cui tutti sono nervosi e rissosi, Mourinho non si nega la sua parte allo Stadium, ma la Roma segna zero punti in classifica, è ancora una bambina tra i grandi. La Juve ha giocato nell'unico modo che conosce da un mese in qua, sporca e cattiva, difesona a cinque e giù a picchiare con perfidia, se serve. Al punto da arrivare all'enormità di due falli da rigore nel giro di un secondo, e la fretta di Orsato nel fischiarlo, in tempi di norma del vantaggio rispettata a lungo, rimane uno degli enormi punti interrogativi della serata di Torino. Misteri orsateschi, o dell'insondabile mondo arbitrale. La Roma invece non è un mistero, ha guardato negli occhi la Juve. Poteva specchiarsi in Zaniolo, che purtroppo si conferma di cristallo fuori, come lo è dentro; invece si è raffigurata in Abraham, che si fa sentire, ma più di un certo limite non arriva. Come lei. Mancano parecchi metri per arrivare. (...)
A. DI CARO - LA GAZZETTA DELLO SPORT
(...) Sale in classifica la Juve, al quinto successo consecutivo tra campionato e Champions. Terza vittoria per 1-0 dopo quelle con il Chelsea e nel derby. Stavolta a piegarsi è una bella e coraggiosa Roma che ha a lungo condotto il gioco e non avrebbe meritato di perdere, come ha ammesso anche Allegri. Il tecnico bianconero ha ritrovato la compattezza e la solidità della sua squadra, ma è necessario migliorare la capacità di gestire gioco e partite, non sempre è possibile vincere di misura soffrendo. La gara poteva girare al 43' del primo tempo e stavolta la Juve deve dire grazie a Szczesny, bravo a parare un rigore allo specialista Veretout. A forza di vedere e rivedere il replay, quello che sembrava un errore di Orsato (non aver concesso il vantaggio e dunque il gol ad Abraham) è stata invece una involontaria scelta giusta: Mkhitaryan dopo aver subito il fallo tocca la palla di mano e il gol non sarebbe stato valido. Sempre nell'episodio: la foga di Abraham nel voler tirare il penalty può aver disturbato Veretout. Esistono gerarchie e rigoristi scelti, maggiore disciplina aiuterebbe. (...)
T. CARMELLINI - IL TEMPO
Più Roma che Juve da subito ma, come più già visto altre volte, al primo affondo i padroni di casa passano castigando i giallorossi. Palla sporca nel mezzo, saltano in due alle spalle di Ibanez con un improbabile rimpallo che finisce per favorire Kean e inchiodare l’incolpevole Rui Patricio. Ma l’azione è «sporcata» da un fallo di mano di Cuadrado in avvio di giocata: per Orsato va bene così. È il 16esimo e le cattive notizie
non sono finite per la Roma che dopo cinque minuti perde di nuovo Zaniolo. Il giovane
talento giallorosso si tocca dietro al ginocchio destro e chiede il cambio: al suo posto El
Shaarawy, che è un’altra cosa. Tegola pesante per un giocatore che non riesce a trovare continuità dopo due ginocchi «rifatti» e qualche problema legato a una condizione che
stava tornando quella di un tempo: la speranza giallorossa è che non sia l’inizio di un nuovo calvario. La squadra di Mourinho non molla resta in partita e sul finire della prima frazione, con l’umore in crescendo, ha l’occasione per riaprire tutto. Orsato come sempre non è chiaro sull’azione che porta al rigore giallorosso per un fallo di Danilo su Abraham perché sul proseguimento dell’azione lo stesso inglese aveva pareggiato: regolarmente. Macché, c’è la Var che manda la Roma sul dischetto: cosa che, se l’arbitro ha fischiato sul primo fallo alla fine sarebbe pure giusto così, se non fosse che le spiegazioni date da Orsato a Veretout all’intervallo sono del tuto diverse e parlano di un inesistente «vantaggio»...
mah. Così Veretout prende la palla per andare sul dischetto ma Abraham lo rimbrotta perché vorrebbe tirar lui: è tutto vero e guarda caso poi Veretout sbaglierà il primo rigore in
giallorosso graziando la Juventus. Insomma, della serie facciamoci del male, la Roma va all’intervallo sotto e giocherà un secondo tempo praticamente a una porta: ma non basterà perché alla Juve si è «apparecchiata» la partita perfetta. Ci provano tutti, Veretout, Vina, Cristante, ma non c’è niente da fare nonostante Mourinho faccia il diavolo a quattro in panchina, finisce così. La Roma rimedia la terza sconfitta stagionale in campionato (derby e Juve, mica male) e si guarda attorno cercando di capire perché: stavolta non l’ha meritata per niente... ma il calcio è anche questo e con i «va bene così» non si va da nessuna parte
anzi si torna indietro. Allegri l’ha vinta e dopo quello consegnato ad Ambra in settimana, stavolta Staffelli e Striscia la Notizia potranno consegnarne un altro a Mourinho per aver perso una partita così: incredibile ma vero. Per la Roma Torino si conferma uno stadio maledetto...Orsato di più
M. SCONCERTI - CORRIERE DELLA SERA
Juve-Roma è stata una gara tesa, nervosa, confusa, non bella. Pochi i tiri in porta e quasi tutti da fuori. La prima impressione è che la Roma abbia un buon centravanti, Abraham, che ha poco da spartire con la squadra. Non ha mai un pallone. La seconda è una domanda dura: ma che squadra è diventata la Juve? Dov’è l’Europa, il segno di una diversità, la semplice bellezza del calcio? Ha fatto un gol con un rimpallo di testa, non ci sono stati altri interventi. Tanti errori tecnici, nessuna grandezza, nessun sintomo di miglioramenti reali. Quando finirà? Dove pensa seriamente di arrivare Allegri con questa formula magra? (...)
P. CONDO - LA REPUBBLICA
(...) La sfida serale tra Juve e Roma, una battaglia con tanti muscoli e poca bellezza per accorciare la classifica nella speranza che le due battistrada rallentino un po’, ha portato ad Allegri la terza vittoria consecutiva per 1-0 contro un’avversaria di valore: Chelsea, Torino, Roma. I rimpianti giallorossi sono comprensibili, perché con la palla davanti alla porta un arbitro dell’esperienza di Orsato avrebbe dovuto attendere l’istante necessario per vedere come andava a finire prima di fischiare il rigore, valutando poi con calma (e col Var) la giocata di Danilo, il fallo di Szczesny, la posizione e la mano di Mkhitaryan: premesso questo, è altrettanto innegabile che il portiere polacco, parando il primo penalty a Veretout dopo 13 esecuzioni impeccabili, abbia finito di rimontare i punti personalmente concessi nelle prime giornate. Il passare del tempo, unito alla perdurante indisponibilità del fragile Dybala, sta obbligando anche Allegri a scavare in panchina per riesumare protagonisti ormai ingialliti, e questo è un lavoro che il tecnico livornese sa fare benissimo: ieri i migliori sono stati Bernardeschi e De Sciglio, oltre al re della difesa bassa Chiellini. Nessuno di loro era previsto nel rebuilding della Juventus.
I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT
Daniele Orsato potrebbe anche ammettere pubblicamente che quella domenica di metà ottobre, a Torino, avrebbe dovuto far concludere l'azione e insomma di aver peccato di eccesso di tempestività. La Juve non gli porta bene, ma lui porta bene alla Juve. E un signor arbitro, nessun dubbio: ogni suo errore, però, alimenta polemiche e riletture infinite al punto da diventare "quasi storico". Un po' come, nell'altro secolo, un passaggio sbagliato da Liedholm. Che tuttavia veniva applaudito. Ieri la Juve ha fatto la Juve. Allegri ha imposto il copione delle ultime quattro di campionato più una di Champions, quella col Chelsea; partite che hanno fruttato solo vittorie: difesa ricca e solidissima, un calcio poco piacevole ma di un'efficacia impressionante. Mou ha tentato in tutti i modi - lateralmente, centralmente, dal basso, dall'alto - a superare le due linee di copertura, ma non c'è riuscito quasi mai. runica volta in cui ha messo realmente in difficoltà Chiellini e compagnia è successo quel che ho appena descritto e che sta facendo parlare e straparlare. (...) La Roma - dicevo - ha mosso il pallone per novanta minuti ma, perso Zaniolo per infortunio, ha visto ridursi la quota strappi: avrebbe meritato il punto, questo è certo. Mourinho ha conosciuto così la terza sconfitta; dai suoi, note liete sul piano dell'impegno, dell'organizzazione e della condizione atletica. Domenica troverà il Napoli poco prima di Inter-Juve. L'importante, ripete, è non avere fretta. Per quella c'è Orsato. PS. Per quanto riguarda il tocco di mano in caduta di Mkhitaryan nell'azione del vantaggio negato, ricordo che da questa stagione "non è punibile il contatto mano/pallone accidentale di un compagno di squadra prima che venga segnata la rete (...)