Il derby vota Sarri: almeno fino a quello di ritorno sarà lui il sindaco calcistico della città. Poteva finire in pareggio, viste le paratone di Reina, ma il risultato è giusto perché la Lazio ha giocato la partita che voleva, la Roma no. Sarri ha avuto tanto dai leader. Nella Roma ha giocato alla grande solo Zaniolo, che si è battuto come un leone, ha colpito un palo e si è procurato un rigore. Mou non ha trovato la mossa decisiva, Sarri sì: Felipe Anderson sulla fascia destra, dove di solito gioca Pedro, per disintegrare Viña, appena rientrato da infortunio e mai aiutato da El Shaarawy. La Roma è stata troppo lunga in campo, perdendo le distanze tra i reparti. L’assenza di Pellegrini si è fatta sentire: Mkhitaryan e El Shaarawy sono stati tra i più deludenti. Mou ha tenuto la squadra a rapporto a metà campo, portandola poi sotto la curva ad applaudire i tifosi. I nemici che sembravano non esserci più, sono tornati. Non a caso è esploso contro il delegato della Lega Calcio perché gli è stato praticamente impedito, per eccesso di burocrazia, di parlare in sala stampa («Voglio parlare, non c’è rispetto»).
(corsera)