Per anni si è nutrito di nemici, ora José Mourinho va alla ricerca di amici. E da come si sono messe le cose, a Roma sembra averne già trovati un bel po'. Grandi giri ha fatto Mourinho, e non tutti gli hanno detto bene. Sappiamo che cosa ha vinto, dimentichiamo troppo spesso quanto invece ha perso ma in fondo ci importa di meno. Della dipendenza che genera il portoghese non puoi farne a meno se sei dalla stessa parte. Prima era Special perché vinceva, ora che vince di meno non è che sia diventato normale. Solo, è cambiato. Il gesto di domenica sera aveva qualcosa di nuovo: la corsa sotto la Sud è stata un gesto esplosivo con cui mettersi in tasca Roma, almeno la sua parte, e anche un pezzo di futuro. Mourinho comunica passione ma anche la necessità di mischiarsi con la sua gente, coni suoi uomini. La piazza gli attribuisce già capacità sciamaniche, dicono che persino i difensori non hanno paura di attaccare e come sempre Roma sbarella e perde la testa (vedremo al primo gol stupido preso in contropiede), ma qui non è ora, non ancora, di discutere dei risultati.
(La Stampa)