“Mi piacciono i derby e questo sarà un arricchimento. Però voglio che la mia squadra abbia un’ambizione maggiore di vincere un derby. Non deve essere l’unico obiettivo di stagione“. Dopo le 1.000 panchine, per José Mourinho arriva il derby numero 119 in carriera tra Benfica, Porto, Chelsea, Inter, Real Madrid, Manchester United e Tottenham (81 vittorie, 19 pareggi e 19 sconfitte): “Ma queste statistiche me le fate conoscere voi”. L’unica certezza è che questa volta, come gli successe all’Olimpico nella partita dell'”Oh, no”, non avrà i tifosi della Lazio dalla sua parte. “Ricordo. Ma le grandi rivalità sono così in tutto il mondo e l’Inter, in quella stagione, ne vinse anche tante altre“. È una stagione “di costruzione” il copione non cambia: “È importante parlare poco e giocare tanto. L’esperienza mi dice che l’ora della verità non è qui ma sul campo. Non sono più antipatico? Datemi un motivo per litigare e lo farò“. Il motivo, in realtà, non si fatica a trovarlo: l’espulsione ingiusta di Pellegrini contro l’Udinese, che priverà la Roma del suo capitano e dell’uomo più in forma: “Di Pellegrini ce n’è solo uno, non volevo parlare di questo ma me lo avete chiesto. Potevo anche dire che il derby è iniziato al 90′ della partita contro l’Udinese, perché avere Pellegrini è una cosa e non averlo è un’altra. È l’unica cosa che finora mi ha dato veramente un feeling molto negativo. Però che devo fare? Andare a litigare con l’arbitro, farmi cacciare e non andare in panchina contro la Lazio? Ho controllato le emozioni e la frustrazione. Litigherò quando la situazione arriverà, in modo naturale. Io rispetto e loro mi rispettano: avversari, allenatori, giocatori, arbitri… Quel ragazzo giovane ha fatto una sciocchezza ma la prossima volta farà meglio. Avrà il suo allenatore, Rocchi, lo può aiutare a migliorare“.
(corsera)