LEGGO (F. BALZANI) - È tornato il vecchio Mou. Quello battagliero che sente il rumore dei nemici e difende la sua squadra anche a costo di risultare antipatico come profetizzato alla vigilia. Una versione romana dello Special One visto già a Milano, Londra o Madrid. Forse scomoda in un calcio che regala ormai pochi picchi di personalità. Ci voleva una sconfitta pesante come quella del derby macchiato dagli errori di Guida che - come evidenziato ieri in un video - non ha concesso il primo rigore a Zaniolo per presunto fuorigioco del numero 22.
Sbagli e mancate chiamate al Var che non sono andate giù a Mourinho. Ma la sconfitta nel derby porta con sé soprattutto spine per il tecnico chiamato a risolvere diversi problemi visti già una settimana fa col Verona. Oggi parlerà di nuovo alla squadra dopo il discorso all'Olimpico a botta calda in cui ha rincuorato i suoi: «Non siate tristi, avete dato tutto. Ora ci rialziamo». La tifoseria è compatta con lui. Anche se la classifica ancora ride ci sono però altri numeri che non vanno sottovalutati.
La Roma concede troppo (27 tiri nello specchio in 6 partite) e soffre le ripartenze soprattutto in quelle zone del campo dove Mourinho chiedeva maggiori rinforzi. L'assenza di Spinazzola a sinistra pesa, mentre a destra Karsdorp ha bisogno di rifiatare. Lo stesso vale per il duo di centrocampo. Il problema è che mancano le alternative, almeno quelle valide per Mou che da inizio stagione ha impiegato solo 15 titolari (meno solo nel Chelsea bis) e che ha spedito due volte di fila Villar in tribuna. Va poi risolto il problema Abraham, nel senso che vanno sfruttate maggiormente le sue potenzialità. Con Udinese e Lazio l'inglese ha avuto appena tre palloni puliti. Grane tattiche che Mourinho dovrà risolvere al più presto anche perché il mercato invernale è lontano.
A proposito: si sta per chiudere la telenovela Nzonzi. Il francese, dopo un iniziale tira e molla per la buonuscita non concessa dalla Roma, oggi firmerà un biennale da 3 milioni con l'Al Rayyan. Ieri, infine, Mourinho, tutta la squadra e gran parte della dirigenza hanno partecipato al funerale del papà di Zalewski.