IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Finisce con Sarri sotto la Nord con Olympia sul braccio che raccoglie il plauso del popolo biancoceleste in festa dopo l’ambito ritorno all’Olimpico. Vince la Lazio, il tecnico toscano si aggiudica la sua prima stracittadina confermando il detto che chi ci arriva peggio poi alla fine ha la meglio. È stato così anche stavolta, la Roma inciampa per l’ennesima volta nel derby al quale era arrivata col vento in poppa. Non è bastato a Mourinho &Co. giocare per lunghi tratti meglio dei rivali che dominano i primi venti minuti ma poi subiscono il ritorno dei giallorossi e che riescono comunque a riprendere il largo e tenere a distanza la Roma. Il derby alla fine va alla squadra che ha sbagliato meno, che ha saputo chiudersi quando l’ha vista brutta, sempre pronta però a far male in contropiede. Apre Milinkovic imbeccato da un’intuizione geniale di Felipe Anderson che approfitta della dormita della retroguardia giallorossa. Poi l’immancabile gol dell’ex con Pedro che segna ancora nella stracittadina della Capitale: stavolta alla Roma, il suo ultimo gol in serie A era stato proprio al derby ma per l’altra squadra. Lo spagnolo poi corre ad abbracciare il suo mentore in panchina: è la sua vittoria nella vittoria. La Roma accorcia con il colpo di testa di Ibañez, ma poi nel suo momento migliore non riesce a riaprire davvero la gara. E nella ripresa arriva l’allungo laziale: lo firma Anderson dopo una grande giocata di un Immobile vera e propria spina nel fianco per la difesa di Mourinho. La Roma risponde dal dischetto con Veretout (la Var conferma il rigore fischiato per un fallo su Zaniolo), ma il 3-2 servirà solo ad alimentare l’inutile l’arrembaggio finale dei giallorossi: finisce così. Il primo scontro nella Capitale tra Sarri e Mourinho va al toscano che aveva iniziato a lavorarci da più tempo: ha pagato anche la scelta di risparmiare uomini nella partita precedente per puntare tutto su una gara che ridà classifica e linfa alla sua squadra. La Lazio di questo farà tesoro e riparte con ritrovato slancio: altro che progetto fallito, altro che tutto da buttare, quelle sono scaramanzie da pre-derby. Dall’altra parte alla Roma non sono bastati un lungo dominio, il dodicesimo palo colpito (a Zaniolo continua a girare tutto storto) e la voglia di Mourinho di vincere: alla sua Roma forse (oltre a capitan Pellegrini) è mancata un po’ di lucidità. I giallorossi hanno commesso troppi errori là dietro dimostrando che il lavoro del tecnico portoghese è tutt’altro che concluso: anzi, la strada sarà lunga e dopo questo ko ancora un po più in salita. Ora Mourinho dovrà essere bravo a far dimenticare in fretta ai suoi questa sconfitta, perché le scorie post-derby in passato hanno fatto danni pesanti. Intanto nel dopo gara lo Special One mena come un fabbro sull’arbitro Guida e sulla gestione della gara: soprattutto dei cartellini. Imbarazzante. Sarri invece gongola, di far polemiche non ha ne voglia ne bisogno, ma pensa solo a godersi la sua Lazio che torna nel gruppo delle prime (è a solo un punto dalla Roma). E sa benissimo quanto tempo gli concederà questa vittoria per poter lavorare tranquillo: alla fine era quello che voleva, poter andare avanti con serenità. Ha vinto lui! Bellissime infine le due coreografie nel pre-gara, segnale di un cambiamento del quale il calcio aveva bisogno