In un giorno triste, potrebbe esser arrivata la svolta del campionato. Perché nonostante il ko nel derby, la Roma ritrova Zaniolo. Ancora una volta non ce l'ha fatta a completare 90 minuti. Ma nei 77 nei quali è stato in campo, è stato l'anima della Roma. Semplicemente devastante. Uomo ovunque, partito con il freno a mano tirato. Poi la mancata chiamata di Guida sul fallo di Hysaj - che dato il via al raddoppio di Pedro - è come se l'avesse svegliato dal torpore. Ha sfiorato il 2-1 colpendo, come era accaduto già contro l'Udinese, un palo clamoroso. Palla al piede, in velocità, sfruttando gli inserimenti da dietro, ha inanellato un paio di strappi dei suoi. Per la difesa della Lazio è diventato un incubo. Dopo il 3-1 di Anderson, Nicolò ha la forza di rialzarsi. Si procura il rigore del 3-2 e dà la carica a compagni e tifosi. Il rischio di far venire giù la Curva Sud, arriva 180 secondi dopo: un gioco di gambe pazzesco e armonico, perché in volo anticipa il calcio in porta, produce un diagonale che esalta i riflessi di Reina. La fotografia migliore la regala come al solito Mourinho: «Zaniolo ha fisicamente distrutto gli avversari, ha avanzato con la palla, qualche volta magari non ha deciso nel miglior modo possibile ma ha disputato una partita fantastica. Peccato per questo piccolo contrattempo nel finale». E il nervosismo visto affiorare nel parapiglia nato per il fallo di Milinkovic su Mkhitaryan agli sgoccioli del match, vive il suo supplementare. Nick sta per scendere le scalette, viene insultato da qualche tifoso e replica con un paio di gesti non da educanda (i classici huevos' e le corna). Atteggiamenti da evitare e censurare che potrebbero ora esser vagliati dal Giudice Sportivo.
(Il Messaggero)